Cartella esattoriale, devi ancora pagarla? Come capirlo

Come capire quando una cartella esattoriale è caduta in prescrizione e quindi non è più obbligatorio pagarla

Cartella esattoriale calcolare prescrizione
Cartella esattoriale (Foto Adobe – pensioniora.it)

Si può avere un dubbio su una cartella esattoriale, quando diventa prescritta? La domanda è ben motivata perché dopo la prescrizione dell’atto, il debitore non è più tenuto al pagamento. Questa aspetto fa chiaramente tutta la differenza del mondo. Una cartella esattoriale quindi perde tutto il suo valore di atto di notifica di iscrizione a ruolo.

Va ricordato che a evidenziare che la cartella esattoriale sia prescritta deve essere sempre il contribuente, mentre è l’ente incaricato per la riscossione a dover dimostrare il contrario. Deve in qualche modo dimostrare di aver interrotto la prescrizione con un atto di notifica che sia andato a buon fine o che sia ritornato al mittente per “compiuta giacenza”. L’interruzione della prescrizione può avvenire con un sollecito, un’intimazione di pagamento, una nuova cartella, un pignoramento un preavviso di fermo o di ipoteca.

La prescrizione di una cartella esattoriale

Cartella esattoriale calcolare prescrizione
Denaro (Foto Adobe – pensioniora.it)

Non è immediato capire se una cartella esattoriale è caduta in prescrizione. Non esistono infatti leggi che lo chiariscano con esattezza. Secondo la Corte di Cassazione si deve ritenere che una cartella si prescriva secondo i medesimi termini dell’importo richiesto con l’atto. Per fare un esempio, si può dire che se la cartella prevede il pagamento di un’imposta per un Ente locale, la cartella si prescriva in 5 anni perché questo è il termine di prescrizione delle imposte degli Enti locali.

Si può dire che le imposte allo Stato si prescrivono in 10 anni (Irpef, addizionali Irpef comunali e regionali, Iva, Irap, Ires, addizionali Ires comunali e regionali, canone Rai, imposta catastale, imposta ipotecaria, ticket sanitario, imposta successione e cos’ì via) le sanzioni civili e penali in 5, le imposte per le Amministrazioni locali in 5 (Imu, Tari, Tasi, Tosap, con l’eccezione del bollo auto che si prescrive in 3), i contributi Inps e Inail in 5 anni.

A questo punto è importante sapere come calcolare con esattezza l’estinzione del diritto dell’agente riscossore. La prescrizione si deve calcolare dalla data in cui il cittadino ha ricevuto la notifica della cartella esattoriale. Se da quel momento sono trascorsi i tempi indicati in precedenza, il debito è prescritto in automatico, senza bisogno di una dichiarazione di un giudice o di un’altra autorità.

Come sapere se pagare o meno

Cartella esattoriale calcolare prescrizione
Cartella esattoriale (Foto Adobe – pensioniora.it)

Se la notifica è avvenuta con deposito al Comune o alle Poste, nel caso in cui il destinatario non sia presente a casa, il termine ha effetto da quando l’avviso è ritirato e comunque non oltre 10 giorni dall’invio della seconda raccomandata di giacenza. Se prima della prescrizione arriva un nuovo atto di pagamento (atto interruttivo della prescrizione), il termine ricomincia da capo dalla data di arrivo di questo, per esempio se arriva un pignoramento, un avviso di ipoteca o una nuova cartella. Per sapere la data di notifica, non sempre è apposta con il timbro, ma si può fare una ricerca sul sito di Poste italiane indicando il codice a barre presente sulla busta.

Altrimenti si deve richiedere un estratto di iscrizione a ruolo all’Agente di riscossione dove sono riportati tutti i dati necessari, compresa la data di notifica. Per cancellare definitivamente una cartella esattoriale prescritta bisogna attendere l’eventuale comunicazione dell’Agente di riscossione. Contro questa comunicazione ci si deve opporre dal giudice, rispettando i termini per i ricorsi, per obiettare la circostanza che nel frattempo la cartella è prescritta.

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