Ecco qual è lo scopo dei sussidi erogati dall’INPS a favore delle coppie di genitori che stanno cessando il loro rapporto. Di cosa si stata parlando
Sin dalle prerogative dettate dalla Costituzione, la famiglia è l’unità sociale di base sottoposta ad inderogabili tutele (almeno sulla Carta). Ad ogni modo, l’intenso lavoro dell’INPS e le varie iniziative istituzionali susseguitesi nel corso degli anni sono andate in tale direzione. Il plurale tradisce il fatto che non esiste una sola strada, appunto. Ne sono state lastricate diverse nel frattempo, nell’ambito previdenziale. Il fattore che determina i diversi raggi d’azione è costituito dalla “qualità” di chi ha il nucleo a carico.
Certo, per rispettare tali obblighi, lo Stato non può fare a meno di strumenti per finanziarsi, come, essenzialmente, la presentazione della dichiarazione dei redditi. Preposta a tale lavoro di raccolta è l’Agenzia delle Entrate, attualmente impegnata nella “seconda fase” di inoltro dei modelli 730, quella a carico di quei contribuenti che hanno optato per la compilazione tramite le “classiche” modalità (in autonomia, tramite un commercialista o un servizio di patronato); questi ultimi sono impegnati fino al 30 giugno ad allegare anche i giustificativi per le spese che sono oggetto della detrazione.
Tra i dichiaranti con l’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi, ma anche tra gli esentati vi sono titolari di nuclei familiari; i più disparati, se non altro con figli a carico. Il numero dei componenti e, neanche a dirlo, il reddito ISEE consentono di misurare congruamente il riconoscimento di questo o quello strumento erogato dall’INPS. Quando si parla di famiglia, il primo contributo che viene in mente è proprio l’Assegno Unico per le famiglie. Innanzitutto, il suo carattere di universalità fa sì che possano accedere tutti, tutti i nuclei a prescindere dal reddito; cambia solamente l’entità della misura.
Come è noto, i titolari che richiedono l’AUU sono genitori lavoratori, pensionati o percettori di indennità o sussidi che hanno a carico figli minorenni o disabili. Ciascuno di questi figli riceve un assegno in base alla dichiarazione del reddito complessivo familiare, l’ISEE. Ciò permette di ottenere un assegno mensile che oscilla da un minimo di 50 euro, fino a 175 euro, grazie all’ottenimento delle maggiorazioni. L’AUU è richiedibile anche dai genitori separati, inoltrando il modello RdC AU-com. Ancora per pochi giorni, fino al 30 giugno, inoltrando la richiesta per la seconda annualità di erogazioni, si ottengono altresì gli arretrati dal mese di marzo.
Per i genitori separati, le misure non si fermano all’Assegno Unico. Esiste infatti un “Fondo per i genitori lavoratori separati o divorziati”; esso consiste in un’ulteriore misura che si affianca alle spese dei genitori con un contributo di 800 euro al mese, destinato al mantenimento del nucleo. Ad essere il primo responsabile di questo contributo è il genitore che si occupa del mantenimento dei figli minori, o dei figli maggiorenni affetti da handicap grave. L’iniziativa del fondo nasce sostanzialmente dal fatto che molti genitori non sono stati in grado di provvedere all’assegno di mantenimento. Il contributo è valido per sostenere le spese della scuola, come quelle dell’abbigliamento e di molto altro. Esso è destinato a quei genitori che durante l’epidemia da Cod-19 hanno visto una diminuzione del reddito almeno del 30% a causa la riduzione dello svolgimento delle attività lavorative per un minimo di 90 giorni. Il mancato ricevimento dev’essere avvenuto all’8 marzo 2020 al 31 marzo 2022. Il reddito in possesso non deve superare i 8.174 euro annui.