Si segnalano delle sospensioni per il Reddito di Cittadinanza (RdC) per alcuni aventi diritto, vediamo quali possono essere le cause
Come noto il Reddito di Cittadinanza si avvia alla sua conclusione, nella sua forma attuale. Infatti per molti percettori quello di luglio sarà l’ultimo pagamento della prestazione introdotta nel 2019 per contrastare la povertà e favorire l’inclusione sociale. Si parla dei cosiddetti occupabili, quanti cioè tra i 18 e i 59 anni, non fanno parte di nuclei familiari al cui interno ci sono soggetti fragili (anziani con almeno 60 anni di età, minori e disabili).
Per le famiglie suddette il Reddito di Cittadinanza (RdC) dura fino al mese di dicembre. Per loro da gennaio 2024 l’Assegno di inclusione, mentre per gli occupali, che ne avranno i requisiti, inizia dal mese di settembre di quest’anno il Supporto per la formazione e il lavoro. Quindi mesi finali per la misura, ma non mancano altri problemi per i benefìciari della misura. Vediamo di che si tratta.
Di solito intorno alla metà del mese prendono il via i pagamenti anticipati del Reddito di Cittadinanza, cioè quelle ricariche relative alle prime mensilità richieste, a quelle successive allo stop per il rinnovo della domanda, agli accrediti degli arretrati non corrisposti con le mensilità precedenti. Tra questi i mancati pagamenti si possono motivare con i controlli effettuati dall’Inps senza esito positivo.
In altre parole le verifiche sui dati a disposizione dell’Istituto di previdenza sociale hanno evidenziato difformità, incongruenze e irregolarità nei dati e nei requisiti comunicati dai richiedenti, che quindi hanno determinato la sospensione delle erogazioni almeno fino alla soluzione dei problemi. I controlli sulle informazioni fornite riguardano dati reddituali, patrimoniali, anagrafici, familiari e qualora emergano incoerenze occorre attendere che l’Inps concluda i controlli.
Il risultato è il rinvio dei pagamenti, se i problemi vengono risolti, allo slot successivo dunque alla fine del mese. Gli accertamenti possono essere brevi e richiedere poco tempo, ma la mancanza di conformità nella dichiarazione presentata crea dei rallentamenti. Spesso i controlli si concentrano sulle Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica) presentata che contiene i dati reddituali del nucleo familiare. Altre volte i controlli riguardano la conformità tra situazione familiare dichiarata con l’Isee e dati a disposizione dell’Istituto.
I controlli quindi possono risolversi in breve tempo con le ricariche che avvengono verso la fine del mese, in genere a partire dal giorno 27. Non si può tuttavia escludere che i rallentamenti siano ancora più lunghi se le incongruenze non trovano soluzione. La prima cosa da farsi è comunque controllare con attenzione quanto riportato nelle pagine del fascicolo previdenziale del soggetto richiedente al quale si accede mediante credenziali Spid, Cie e Cne sul sito dell’Inps.
Ulteriori informazioni possono essere richieste attraverso il contact center telefonico dell’Istituto fornendo tutti i dati per risalire alla pratica, che in genere viene smistata alla sede territoriale competente (Linea Inps) oppure utilizzando il servizio Inps Risponde. Anche in questo caso per accedere al servizio si devono utilizzare le credenziali personali per sollecitare una risposta a un quesito Linea Inps o consultare lo stato delle richieste. Le risposte dell’Inps avvengono via e mail o tramite contatto telefonico.