Ecco come il percettore del trattamento principale dell’ente previdenziale può controllare le singole voci in modo semplice e veloce. I dettagli
Il tema delle pensioni è un argomento particolarmente spinoso nel Paese. In primo luogo, esso costituisce la naturale conseguenza derivante dalla manifestazione della prima prerogativa presente nella Carta costituzionale, ovverosia il lavoro. Certamente uno dei discorsi che oggigiorno più ricorrono ha come interlocutori le vecchie generazioni di lavoratori, le quali si apprestano a inoltrare il loro riconoscimento del trattamento pensionistico INPS; è indubbio che per le passate istanze è più facile modellare un orizzonte del proprio mantenimento durante la terza età.
I rilievi sono meno marcati e netti quando a delineare il quadro del loro futuro sono le giovani generazioni di lavoratori. Queste ultime hanno dalla loro parte un oggettivo svantaggio: quello di essere nati in un presente – come si suol dire – incerto, in preda alle crisi globali (anche se lo è sempre stato), al crollo delle valutazioni delle loro finanze per dinamiche speculatori internazionali, irraggiungibili, inimmaginabili. Tutto ciò viene affiancato dalle variabili interne, quelle nazionali; non ultima la stessa demografia.
La riforma del sistema pensionistico resta una chimera, difficile da superare, oltre che da approntare con sufficiente e inusuale coraggio politico. La variabilità delle condizioni complessive si confrontano poi con la conta delle energie in campo, sia in termini numerici che qualitativi. Una nuova generazione di lavoratori spinge per entrare nel mercato del lavoro, ma il cosiddetto ricambio generazione non è semplice, sebbene siano evidenti i molteplici vantaggi. Su un piano effettivo, ci vorrebbe una poderosa fuoriuscita di professionisti alla soglia della pensione.
Perché non avviene? Perché non ci sono sufficienti risorse per garantire a tutti il pagamento dei ratei pensionistici tramite le casse dell’INPS. Parallelamente si va verso una graduale quanto drammatica riduzione delle nascite, mente s’innalza l’età media. Risultato? Meno lavoratori, meno contributi versati alla previdenza; più pensionati, più aumenta il rischio che non tutti i cedolini vengano soddisfatti. Ecco il perché dello smussamento mirato sulle uscite tramite le politiche annuali sul pensionamento anticipato. Un esempio è l’attuale Quota 103, futura Quota 41 nel 2024.
È dunque legittimo da parte degli attuali pensionati controllare con solerzia il loro cedolino INPS, utile per monitorare la contezza di distribuzione di tutte le somme che specialmente nel corso dell’ultimo biennio sono variate o addirittura aggiunte. L’inflazione ha infatti imposto un legittimo aumento degli importi pensionistici in base all’indice ISTAT dell’8,1%. Dall’inizio del 2024 i riconteggi previdenziali hanno generato conguagli positivi e arretrati che vengono centellinati ai soggetti interessati secondo il credito disponibile mese per mese. Il modo migliore per iniziare ad avere qualche utile delucidazione è quello di collegarsi al sito INPS e accedere al proprio profilo dedicato tramite SPID e CIE. La sezione Pensione e Previdenza e poi la voce Cedolino di pensione sono le parti che contribuiscono a dare risposte in termini di date e comunicazioni utili; da qui si possono scorrere i calendari delle consegne, come pure la natura degli importi con il Fascicolo previdenziale: si segue il percorso: Prestazioni > Pensioni > Dettaglio.