Quali sono le prospettive per molti beneficiari del Reddito di Cittadinanza (RdC), si prevede a breve una stangata
Nelle forme e modalità in cui è conosciuto da milioni di famiglie, il Reddito di Cittadinanza non esisterà più. Nel giro qualche settimana una larga fetta di percettori riceverà le ultime erogazioni, come anticipato dal decreto Lavoro entrato in vigore dal 5 maggio 2023. A prenderne il posto due nuove prestazioni, che solo in parte, coinvolgeranno gli attuali beneficiari del contributo contro la povertà e per il reinserimento sociale.
I dettagli dell’operazione sono noti. Da settembre prenderà il via il Supporto per la formazione e il lavoro, un’indennità di partecipazione ad attività e politiche attive del lavoro (dai progetti di pubblica utilità al servizio civile universale, dai percorsi di aggiornamaento professionale ai Programmi di garanzia di occupabilità dei lavoratori – Gol). Il contributo pari a 350 al mese sarà versato solo dopo la sottoscrizione della Dichiarazione di disponibilità immediata al lavoro (Did) e del Patto di servizio personalizzato, obblighi già previsti dal RdC ancora in vigore.
La stangata RdC, cosa rischiano gli occupabili
Il contributo di 350 euro al mese sarà corrisposto esclusivamente a quanto dimostreranno di frequentare e partecipare a politiche attive del lavoro. Una clausola severa che rischia di lasciare indietro quanto non riusciranno ad orientarsi nella formazione al lavoro fin da subito. I destinatari del Supporto per la formazione e il lavoro sono i cosiddetti occupabili, dai 18 ai 59 anni che fanno parte di famiglie in cui non ci sono presenti soggetti fragili.
L’indennità avrà natura personale e potrà essere richiesta anche da diversi componenti della famiglia. Tuttavia l’Isee per partecipare alla prestazione sarà abbassato in maniera considerevole rispetto alla prestazione ancora in vigore. Il limite sarà di soli 6mila euro con un taglio deciso dei possibili aventi diritto. La durata massima del contributo economico è prevista in soli 12 mesi, terminati i quali, si auspica che il beneficiario del Supporto, grazie all’aggiornamento professionale svolto, possa trovare un’occupazione in breve tempo, in quanto il beneficio non è rinnovabile.
Inoltre al primo rifiuto di un’offerta di lavoro il contributo sarà interrotto. Per offerta non rifiutabile si intende a tempo indeterminato in tutto i Paese, entro gli 80 chilometri dal domicilio se a tempo determinato o a somministrazione, a tempo pieno o a part time non inferiore al 60 per cento dell’orario a tempo pieno. La retribuzione accettabile non dovrà mai essere inferiore ai minimi previsti dai contratti collettivi di lavoro.
Conseguenze del taglio
Indubbiamente per le casse dello Stato ci sarà un taglio notevole delle spese, si calcola circa un miliardo e mezzo di euro il risparmio nelle stime governative. Gli uffici tecnici dell’esecutivo reputano che potranno essere circa 430mila i cittadini convolti dal Supporto in partenza a settembre, con un primo taglio alle spese dello Stato, favorito anche dal calo delle domande di beneficio già riscontrate. C’é anche un rovescio della medaglia.
Coloro che non avranno la possibilità di accedere a strumenti pubblici di sostegno contro il disagio economico sono stimati dall’Ufficio parlamentare di bilancio in circa il 22,9 per cento degli attuali beneficiari del Reddito di Cittadinanza, tutti coloro per esempio con Isee superiore a 6mila ma senza componenti fragili della famiglia, per potre fruire dell’Assegno di inclusione, che prenderà il via a gennaio 2024 per le famiglie con soggetti fragili (anziani con almeno 60 anni, minori e disabili). Una percentuale importante per la quale ad ora non sono individuate risposte alternative.