Canone Rai: chi può essere rimborsato sul conto corrente

Ecco come avviene la procedura di accoglimento della richiesta di rimborso inoltrata da questi cittadini. Chi non paga l’abbonamento radiotelevisivo

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RAI (Foto Adobe – pensioniora.it)

Definire oggi quanto sia importante l’apparecchio televisivo, la televisione, è difficile dirlo; più facile considerarlo nel paragone con un trentennio fa: la sua supremazia non avrebbe avuto rivali. Oggigiorno, invece, di rivali, ce ne sono fin troppi. No, non si additano in primis, società e aziende, ma le tecnologie che esse veicolano. Occorre innanzitutto capire cos’è oggi un programma televisivo. Anzitutto, quest’ultimo è stato ridenominato “contenuto”. La lezione arriva dalle società che da un ventennio si servono dell’etere per veicolare i cosiddetti contenuti a pagamento.

Piuttosto che società, e ancora, del più vetusto termine “canale”, il nuovo vocabolario impone la “piattaforma”. E le diverse piattaforme, oggi, non si propagano soltanto da un’antenna; non giungono alla loro naturale destinazione, ovverosia il monitor di apparecchio. Sicuramente sono monitor, ma di ben altra tipologia: quella di un tablet, di un notebook, di uno smartphone. Tutto tramite la Rete, la connessione di un wireless o di una poderosa tariffa telefonica. La televisione, grazie ai più recenti cambiamenti dei suoi elettrodomestici, evita ancora una volta il rischio di estinguersi.

Canone Rai: chi può richiedere il rimborso sul conto corrente

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RAI (Foto Adobe – pensioniora.it)

La salvaguardia di una specie di elettrodomestici che ha deciso di battersi nella lotta contro il tempo, ha preso il nome di digitale terrestre. In effetti, dalla sua istituzione in Italia, la popolazione del piccolo schermo ha conosciuto con i propri occhi, nuovi orizzonti tecnologici. In primis, un’immagine di una risoluzione mai vista in precedenza, e un altrettanto numero di canali senza precedenti. Ben inteso, il riferimento è ai canali in chiaro, non alle sintonizzazioni di quelle piattaforme che necessitano del pagamento di un specifico abbonamento.

Circa le piattaforme a pagamento, molti lettori possono riflettervi la loro identità di utenti di Netflix, indiscussa leader nell’erogazione dei programmi a pagamento, come le notissime e seguitissime serie tv. Anzi, le produzioni brandizzate dalla società statunitense hanno ridettato un nuovo standard. Allo stesso modo, anche il digitale terrestre ha inizialmente fornito un nuovo standard, e di recente ne ha fornito uno ancora più innovativo: si sta parlando del nuovo formato d’immagine Mpeg-4 (in sostituzione del formato Mpeg-2), per la sistematica diffusione dell’alta definizione dei canali.

Come si sa, gli aggiornamenti che dovrebbero vedere chiudere questo lungo percorso per la fine di giugno, sono continui e l’effetto che sortiscono è costituito dal costante impegno, da parte degli utenti di risintonizzare i loro televisori (nel frattempo riascquistati nei modelli che supportano il nuovo standard) e i telecomandi. Questo enorme lavoro di potenziamento è a carico della Rai. La spesa è a carico del cittadino che paga l’abbonamento radiotelevisivo alla tv pubblica. Ebbene il canone Rai è una delle spade di Damocle dei cittadini della tv, specie di coloro che intendono guardare altro che i tre canali principali, più i canali tematici, dello Stato. Dal 2024 l’abbonamento Rai tornerà nella modalità autonoma, separata dalla bolletta elettrica. La loro unione ha fatto discutere sin dal 2016, anno d’istituzione, quando il governo Renzi ha trovato la chiave per evitare l’evasione dal canone tv. Inoltre, l’importo è ancora tra i più bassi d’Europa (90 euro) e con un ampio piano di rateizzazione. Sulle nuove modalità si sa poco o nulla: forse diverrà un codice tributo nella dichiarazione dei redditi, ma non se ne conosce il nuovo importo. In attesa di novità, si ricorda che alcuni cittadini possono richiedere l’esenzione o il rimborso del canone: gli over 75 con un reddito complessivo familiare non superiore 6.713,98 euro; oppure i diplomatici e i militari stranieri. Tramite la dichiarazione sostitutiva, è possibile richiedere il rimborso dell’importo già pagato e non dovuto, fornendo l’iban di conto corrente.

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