Che cosa succede alla bolletta della luce, segnalati aumenti non previsti, ecco che cosa bisogna verificare
Le spese sostenute dalle famiglie continuano ad essere elevate sia per quanto riguarda i conti della spesa di generi di prima anecessità, sia per le utenze domestiche. Se si sono stati delle diminuzioni, queste hanno alleggerito solo in parte l’inflazione per in alcuni comparti di spesa resta elevata e incide molto sui bilanci familiari. Il caro bollette appare i contenimento per l’abbassamento del costo delle materie prime che nel tempo arriva ai consumatori finali.
D’altra parte la reintroduzione delle accise nelle bollette ha comunque determinato un incremento dei costi che solo parzialmente vengono coperti dai risparmi sui conti energetici del Paese. Ciò consiglia e spinge gli utenti domestici a non abbassare la guardia e a mantenere viva l’attenzione sulle fatture e sui consumi che devono essere contenuti. Soprattutto in vista dell’estate che ormai ha abbandonato le incertezze per presentarsi con tutto il suo carico di afa a caldo, con i conseguenti consumi elettrici in condizionatori, ventilatori e così via.
A determinare i costi in bolletta non sono esclusivamente i consumi che quindi dipendono da comportamenti e abitudini d’uso dei consumatori. Vi sono accise, imposte, costi vari, ma anche voci a volte insospettabili che possono far lievitare i conti a fine mese. A volte le bollette esorbitanti dipendono da errori che nemmeno i titolari dei contratti possono immaginare e sono indipendenti dalla loro volontà.
Questo significa che in certe circostanze è possibile rimediare e addirittura ottenere dei rimborsi o dei crediti, se si riesce a dimostrare l’errore. Purtroppo controllare una bolletta dell’energia elettrica non sempre risulta un’operazione semplice tra sigle e voci che sfuggono alla comprensione dei più. Eppure alcune verifiche vanno fatte in particolare su voci che determinano in modo pesante l’andamento dei costi finali.
Un’attenzione particolare va posta intorno alla differenza tra utenza residenziale e utenza non residenziale. Una situazione che coinvolge quanti hanno più di un’utenza a proprio nome, che sia una pertinenza esterna alla casa, l’attività lavorativa o semplicemente la casa al mare. Ma a volte capita, e qui sta l’errore che determina costi del tutto immotivati, che erroneamente sia indicata come utenza non residenziale anche quella dell’abitazione principale, non avendo altre fatturazioni a proprio nome.
La descrizione del tipo di utenza (residenziale o non residenziale) è leggibile nella sezione che si trova in alto a sinistra della lettera allegata alla bolletta, sia nella versione cartacea che in quella elettronica mediante mail. La differenza nei due casi è notevole. Per l’utenza domestica residenziale si paga il cosiddetto contributo unico per le spese di impianto (sono le spese di gestone dell’impianto).
Per le utenze non residenziali si applica in più il canone di annuo fisso. Inoltre secondo le disposizioni di Arera (Agenzia di regolazione Energia Reti e Ambiente) le tariffe applicate alle utenze non residenziali sono più elevate di quelle residenziali. Quindi nel caso si notasse questo grossolano errore nella propria bolletta si deve immediatamente contattare il fornitore e richiedere il cambio.
Poi se si riesce a dimostrare che la residenza è precedente rispetto la domanda di modifica del tipo di utenza, si possono ottenere gli arretrati dal fornitore per le spese aggiuntive non dovute, sotto forma di crediti da utilizzare per le bollette successive.