Bloccate molte pensioni di invalidità: cosa succede

Perché alcune pensioni di invalidità sono bloccate dall’Inps, vediamo che cosa succede in questi casi abbastanza frequenti

pensione di invalidità bloccata
Invalidità (Foto Adobe – pensioniora.it)

Le pensioni di invalidità non sono erogate in via definitiva dall’Istituto di previdenza sociale, ma vengono sottoposte a verifiche e controlli periodici per constatare le condizioni fisiche del beneficiario e il perdurare dei requisiti. Non solo, l’Inps controlla anche le condizioni reddituali, anagrafiche e in certi casi di residenza del beneficiario del trattamento.

La casistica può essere molto vasta e occorre conoscerla in modo approfondito per prevenire eventuali inconvenienti. La pensione di invalidità viene erogata dall’Inps per tutti coloro in possesso di particolari requisiti dai 18 ai 67 anni di età, cioè con invalidità pari al 100 per cento (totale inabilità lavorativa). Ricordiamo che si tratta di una prestazione di natura assistenziale, quindi i requisiti reddituali sono necessari per l’ottenimento e il mantenimento della misura.

Pensione di invalidità bloccate perché capita

pensione di invalidità bloccata
Inps (Foto Adobe – pensioniora.it)

I motivi per i quali l’Istituto di previdenza sociale provvede a fermare la prestazione possono essere diversi: la presenza di un’attività lavorativa; il raggiungimento dell’età pensionabile; la conclusione dei requisiti di reddito; la mancata spedizione delle informazioni reddituali; il trasferimento all’estero; l’assenza ingiustificata alla visita di controllo (questo è il requisito sanitario).

Per quanto riguarda il reddito vi sono delle precise soglie che non si possono superare per mantenere il diritto alla prestazione. La pensione di invalidità è una misura di tipo assistenziale, quindi l’Inps la eroga solo in presenza di determinate condizioni economiche. La pensione di invalidità totale al 100 per cento ha un limite reddituale pari a 17.920 euro. Legato al reddito è il blocco dell’erogazione per mancato invio della comunicazione RED.

Questa documentazione è necessaria per quanti non presentato la dichiarazione dei redditi. (Modello 730 o Redditi PF). Non inviando il RED la prestazione è bloccata fintanto che non si presenta di domanda di ricostituzione, con il modello AP93, allegando il verbale rilasciato dalla commissione medica della Asl. Una volta presentata questa documentazione la pensione di invalidità sarà nuovamente accreditata al richiedente.

Anche il mancato appuntamento alla visita di accertamento che l’Inps può predisporre, determina il blocco dell’erogazione. Si tratta di una sospensione cautelativa della prestazione, l’assenza può essere giustificata e l’Inps ne programma un’altra alla quale partecipare.

Altri motivi blocco per gli invalidi al 100 per cento

pensione di invalidità bloccata
Invalidità (Foto Adobe – pensioniora.it)

Qualora il pensionato si trasferisca all’estero la residenza la prestazione viene fermata. Infatti la norma prevede che in caso di trasferimento della residenza all’estero le prestazioni non contributive (sia assistenziali che previdenziali) vengano boccate e siano erogate solo nello Stato in cui si risiede. Altra causa dello stop della misura è l’incompatibilità con l’attività lavorativa.

Secondo la giurisprudenza, con un  principio recepito poi dall’Inps, lo svolgimento di un lavoro con qualsiasi retribuzione percepita, impedisce il diritto alla pensione di invalidità. Infine l’ultima motivazione per il blocco della prestazione: il raggiungimento dell’età pensionabile. Nel 2023 il limite massimo per i pagamenti della pensione di invalidità è di 67 anni, proprio perché questa è l’età fissata per la pensione di vecchiaia.

Altre indennità per invalidi, come l’accompagnamento o altre indennità speciali, non hanno limiti di età e si applicano a prescindere da reddito e da posizione anagrafica. Per concludere ricordiamo che al raggiungimento dei 67 anni di età l’Inps trasforma automaticamente la pensione di invalidità in assegno sociale.

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