In alcuni casi l’Assegno Unico e Universale non spetta per questi figli, quali genitori non possono richiedere la prestazione per la prole
Tra le prestazioni per famiglia sicuramente l’Assegno unico e universale occupa una posizione privilegiata per la sua importanza e diffusione. Si parla di Assegno unico, perché raccoglie in un’unica misura una serie di precedenti misure dagli assegni per il nucleo familiare al premio alla nascita, dalle detrazioni per i figli a carico al bonus bebè, dall’assegno per i nuclei familiari con almeno 3 figli minori ai Fondi di sostegno alla natalità.
Si dice universale, in quanto dovrebbe spettare a tutte le famiglie a prescindere dall’Isee presentato. L’importo della misura varia in base alla condizione economica del nucleo familiare, al numero e all’età dei figli, alla presenza di eventuali condizioni di disabilita della prole (senza limiti di età). Spetta fino ai 18 anni a tutti i figli, limite esteso fino ai 21 in presenza di determinati requisiti, a partire dal settimo mese di gravidanza.
Assegno unico alcuni genitori non ammessi
Sulla base di queste sommarie informazioni la prestazione spetta a tutti i figli di genitori con cittadinanza italiana o di uno Stato parte dell’Unione Europea. I cittadini di Stati non appartenenti all’area UE è necessario un permesso di soggiorno di lungo periodo, o un permesso di lavoro per un periodo superiore ai 6 mesi o un permesso di soggiorno per motivi di ricerca per un periodo di almeno 6 mesi.
Ma per colf, badanti e lavoratori domestici (categorie professionali nelle quali la presenza di cittadini stranieri è massiccia) esistono anche altri requisiti da rispettare: il pagamento dell’imposta sul reddito in Italia, la residenza e il domicilio in Italia, essere residenti da almeno 2 anni in Italia, o essere titolari di contratti di lavoro a tempo indeterminato o determinato di almeno 6 mesi.
Queste condizioni sono previste per tutti i lavoratori stranieri che intendono richiedere le prestazione. Ma il settore del lavoro domestico è forse quello con più occupati non italiani. Colf e badanti hanno diritto a richiedere l’assegno unico e universale per i figli come gli altri cittadini, ma proprio per la possibilità di figli non residenti in Italia, l’Inps ha presentato una serie si specifiche di cui tener conto.
Chiarimenti Inps su colf e badanti per AUU
Con la circolare 32/2022 l’Istituto di previdenza sociale sottolinea che i figli a carico (per i quali si può richiedere l’Assegno unico) sono quelli che fanno parte della famiglia indicata per l’Isee, nel quale è presente il beneficiario della prestazione. In una successiva informativa l’Inps scende nel dettaglio è afferma che per le domande di lavoratori domestici non accompagnate dall’Isee, che ricevono l’importo minimo, l’Auu spetta per i figli che rientrerebbero nell’Indicatore della situazione economica equivalente mediante un’autocertificazione.
Colf e badanti residenti in Italia possono richiedere l’Assegno unico solo per i figli che rientrano nel perimetro dell’Isee. Sono esclusi tutti i figli con residenza non in Italia e che non fanno parte del nucleo familiare ai fini Isee. Quindi colf e badanti di origine straniera, benché residenti in Italia, non possono richiedere la prestazione per figli che invece non risiedono nel Paese e non rientrano (o non rientrerebbero) nella dichiarazione Isee.