Assegno unico, la domanda a molti decadrà: come riattivarla

Cosa accade in un caso particolare alla domanda dell’Assegno unico e universale, la domanda è ferma, come sbloccarla

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Assegno unico e universale (Foto Adobe – pensioniora.it)

Di certo l’Assegno unico e universale rappresenta la prestazione più importante del welfare destinato alla prole in Italia. La misura a favore di natalità e genitorialità, è nata nella primavera dello scorso anno e dopo un periodo di sperimentazione è stata definitivamente accolta dalla regolamentazione in tema di assistenza e sostegno alle famiglie con figli.

La misura riorganizza e riunisce quasi tutte le precedenti prestazioni destinate ai figli, comprese le detrazioni in busta paga e le agevolazioni di tipo fiscale. Fa eccezione il bonus asilo nido erogato per le spese delle rette delle scuole per i bambini fino a 3 anni o per i bambini che necessitano di assistenza a domicilio non potendo frequentare l’asilo per gravi patologie o disabilità.

Chiarimenti Inps per la domanda dell’Assegno unico

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Inps (Foto Adobe – pensioniora.it)

La prestazione ha delle caratteristiche abbastanza evidenti. L’erogazione avviene dietro presentazione di domanda diretta per via telematica all’Insp a partire dal settimo mese di gravidanza. La cifra accreditata varia in base alla condizione economica della famiglie, insieme alla richiesta si può inviare l’Isee familiare in corso di validità, in caso contrario si ottiene l’importo minimo previsto, cambia in relazione al numero e all’età dei figli e alla presenza eventuale di figli disabili. Quindi le condizioni economiche e anagrafiche del nucleo familiare determinano l’entità del contributo.

Per quanto concerne l’età dei figli la misura è riconosciuta a partire dal settimo mese di gravidanza fino al compimento dei 18 anni, per poi essere estesa fino a 21 anni in presenza di determinate circostanze. Nello specifico il maggiorenne deve seguire un corso di formazione scolastica, universitaria o professionale; deve svolgere un tirocinio o un’attività lavorativa con reddito non superiore agli 8mila euro all’anno; deve svolgere il servizio civile universale; se disoccupato deve risultare iscritto ai contri per l’impiego locali e dimostrare di essere attivamente impegnato nella ricerca di un lavoro.

Le informazioni sono facilmente reperibili sul sito dell’Istituto di previdenza sociale o sulle pagine dedicate al servizio sui social. In particolare l’Inps specifica che al compimento dei 18 anni, il maggiorenne può presentare direttamente istanza per l’Assegno unico. In tal caso la sua richiesta prende il posto della precedente (se in presenza dei requisiti precedenti).

Istanza AUU da parte di maggiorenni

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Maggiorenni (Foto Adobe – pensioniora.it)

È molto importante ricordare che al compimento dei 18 anni la posizione del neo maggiorenne viene congelata e sistemata in “evidenza al cittadina”. Ciò significa che c’è la necessità di un aggiornamento della documentazione a disposizione dell’Inps per continuare con l’erogazione al figlio maggiorenne. La riattivazione avviene proprio con l’integrazione dei nuovi documenti e il pagamento arriva fino ai 21 anni. Nel caso di nuova domanda presentata dal un neo diciottenne, è necessario che l’Iban sia intestato (o perlomeno cointestato) al richiedente.

La mancata integrazione dei documenti al compimento dei 18 anni spiega lo stop e i ritardi all’erogazione per il figlio interessato. Per sbloccare la situazione si deve inviare la documentazione che attesti i requisiti richiesti, accedendo alle pagine del servizio sul sito dell’Inps mediante credenziali Spid, Cie e Cns. Oppure si può richiedere l’ausilio di un Caf (Centro assistenza fiscale) per l’aggiornamento dei dati Inps.

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