Rinuncia all’eredità: si può anche se i debiti sono enormi?

Con la rinuncia all’eredità non si acquisiscono i debiti del defunto, ma è sempre possibile sottrarsi per gli eredi?

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Eredità (Foto Adobe – pensioniora.it)

La perdita di un congiunto o di una persona cara è un momento di dolore che a volte risulta molto arduo da superare. Ma esisitono delle procedure e degli obblighi di legge cui on è possibile sottrarsi. In talune situazioni un’eredità determina non soltanto dei benefici ma dei costi, degli obblighi che l’erede è chiamato a soddisfare. Non si tratta di circostanze così rare e la casistica è molto vasta.

Accettare o meno un lascito non una scelta banale, ma decisiva perché da esse dipendono una serie di effetti sui beni ereditati, ma anche, in alcune occasioni, sul proprio patrimonio. Per cui è bene sapere come comportarsi anche in un momento doloroso e di lutto. Basta ricordare che gli eredi acquisiscono sia i crediti che i debiti del defunto, per comprendere il valore dell’accettazione dell’eredità .

Rinuncia dell’eredità anche in caso di gravi debiti

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Eredità (Foto Adobe – pensioniora.it)

Come detto l’unico modo di evitare i debiti di un parente scomparso è rinunciare all’eredità, seguendo tuttavia delle procedure precise e senza errori. La rinuncia prima cosa va fatta davanti a un notaio o alla Cancelleria del tribunale, entro 3 mesi dalla scomparsa del de cuius, se si è in possesso dei beni (tipico il caso del coniuge che convive con il defunto), oppure entro 10 anni se i beni non si possiedono.

Si deve ricordare che la rinuncia va fatta comunque prima della divisione dell’eredità, atto che comporta l’accettazione dell’eredità stessa. Da sottolineare che un lascito non comporta solo beni e patrimoni, ma anche obblighi e passività da onorare, basta pensare a un mutuo, alle assicurazioni di un veicolo, alle utenze delle abitazioni, ai danni da risarcire ai debiti con il Fisco. Va da sé che rinunciando al lascito ereditario, l’erede non acquisisce i debiti, ma nemmeno i crediti della persona scomparsa.

Al momento della rinuncia, se l’atto avviene dal notaio va pagata la parcella del professionista, mentre se avviene alla Cancelleria del Tribunale si paga solo l’imposta di registro dell’atto e la marca da bollo. La possibilità della rinuncia esiste anche nel caso di debiti consistenti. Ma questa decisione potrebbe incontrare l’opposizione dei creditori che potrebbero impugnare l’atto entro 5 anni dalla rinuncia, come dispone il codice civile con l’articolo 524. Una situazione quindi tutt’altro che semplice.

Cosa fare per evitare i debiti dello scomparso

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TEstamento (Foto Adobe – pensioniora.it)

Una soluzione per evitare problemi potrebbe essere l’accettazione con beneficio d’inventario, in questo modo chi eredità protegge il proprio patrimonio dalle richieste dei creditori. Perché bisogna ricordare che una volta accetta l’eredità, anche con un atto tacito, i patrimoni si confondono e i creditori possono aggredire l’intero patrimonio dell’erede, fino all’estinzione del debito.

Con l’accettazione con beneficio d’inventario, l’erede separa il proprio patrimonio da quello del defunto e in questo modo risponde per i debiti solo nella misura del valore del patrimonio ereditato. Con questa soluzione gli eredi hanno modo di verificare l’entità dei crediti e dei beni del defunto, ma anche valutarne gli eventuali debiti. Si tratta di un vero e proprio inventario dei beni del defunto che consente anche di accettare solo alcuni beni, evitando passività di beni non accettati.

La dichiarazione di accettazione con beneficio d’inventario e l’inventario stesso devono essere presentati entro dei termini stabiliti dalla norma, con costi e tempi, per tutta la procedura di successione, più lunghi di una accettazione normale, ma a volte può essere vantaggiosa.

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