Problemi in queste settimane per quanto riguarda i pagamenti relativi all’Assegno Unico: ecco cosa sta succedendo
L‘Assegno Unico Universale è entrato a far parte della vita degli italiani da marzo 2022. Si tratta di un incentivo messo a punto dal governo Draghi, e prorogato dal governo Meloni, per le famiglie con figli a carico fino a 21 anni e senza limiti di età nel caso di figli che presentano una qualche disabilità.
Tale misura è erogata ogni mese dall’INPS e direttamente sul codice IBAN inserito dai beneficiari nel momento in cui si presenta la domanda. Per quanto riguarda l’anno in corso il governo Meloni ha prorogato l’Assegno Unico inserendo varie maggiorazioni che riguardano i nuclei familiari numerosi e quelli in cui sono presenti disabili. In queste settimane, molti percettori dell’AU stanno notando dei ritardi sui pagamenti da parte dell’INPS: il motivo.
Per quanto riguarda il 2023 c’è una novità sostanziale per quanto riguarda i pagamenti relativi all’Assegno Unico: le date di erogazione sono infatti due e non più un’unica. Dal giorno 10 di ogni mese e fino alla giornata del 20 di ogni mese avranno la ricarica coloro i quali non hanno subito variazioni dell’importo dell’AU nel corso delle mensilità precedenti. Questo vuol dire che non ci sono state modifiche che riguardano il nucleo familiare come la nascita di un nuovo figlio, ad esempio.
Il giorno 20 di ogni mese saranno invece pagati i beneficiari che hanno diritto al primo versamento in assoluto della prestazione e quelli cui spetta una cifra diversa rispetto al mese precedente. Nonostante questa divisione ben precisa, i percettori dell’Assegno Unico stanno notando ritardi per quanto riguarda le erogazioni.
In queste settimane l’INPS è alle prese con vari ricalcoli e conguagli che riguardano proprio l’Assegno Unico. Alcuni percettori stanno ricevendo conguagli in addebito mentre ad altri l’INPS sta portando via dei soldi. Tali decurtazioni andranno avanti anche per mesi se la cifra che in passato l’INPS ha accredito erroneamente è alta.
Molti riceveranno soldi a credito dal momento che avranno i soldi relativi all’adeguamento dell’ISEE per il nuovo “premio alla nascita” durante il settimo e l’ottavo mese di gravidanza. Il riconoscimento dei conguagli è stato effettuato risalendo fino dal mese di marzo 2022. Altri percettori invece potrebbero avere anche debiti residui di circa 300 euro che l’INPS recupererà a rate sui successivi pagamenti dell’Assegno.
Un altro motivo di ritardo riguarda anche una situazione di stallo a causa di problematiche diverse accertate nella fase di effettiva liquidazione. Questo stallo può riguardare le domande di Assegno per le quali l’istruttoria preliminare non è stata completata per mancanza della documentazione necessaria; richieste che, sebbene accolte e liquidabili, presentano anomalie nell’abbinamento tra il codice fiscale dell’utente e l’IBAN di accredito, come esposto nella domanda, o riferibile a una banca non convenzionata con l’INPS.
In questi giorni l’INPS sta inviando delle video guide personalizzate e interattive ai genitori che hanno richiesto l’AU e per i quali si sono verificati problemi nella fase di erogazione del beneficio. Molte famiglie, infatti, non hanno potuto completare l’istruttoria dal momento che non risulta allegata la documentazione necessaria. In altri casi le domande sono state accolte, ma non è possibile effettuare il pagamento perché l’IBAN non risulta corretto.
La video guida è accessibile tramite l’area riservata MyINPS o consultando le notifiche tramite app IO e INPS Mobile e informa quindi sullo stato della domanda e spiega cosa fare per risolvere i problemi e poter fruire del beneficio. In caso di domanda presentata tramite patronato, la video guida spiega le ragioni del blocco e fornisce le indicazioni per integrare o revisionare la domanda rivolgendosi al patronato stesso.