Naspi ai precari della scuola: cosa serve per avere l’aiuto INPS

Ecco quali requisiti occorrono per ottenere l’indennità di disoccupazione dopo il servizio reso nelle strutture scolastiche. Di cosa si sta parlando

aiuto inps scuola
Scuola (Foto Adobe – pensioniora.it)

Nel mese di giugno, l’attività dell’erario entra nel vivo dopo già un’ampia premessa nel mese di maggio. Iniziando innanzitutto dall’Agenzia delle Entrate, alle prese con la presentazione della dichiarazione dei redditi. Come è noto, si tratta del primo e principale adempimento e impegno a carico della maggior parte dei cittadini, quella che risponde a titolo di contribuente. I primi della lista, i primi che hanno iniziato a svolgere la prassi di presentazione dei propri. redditi, e anche gli ultimi a concluderla, sono stati coloro che hanno inoltrato al 31 maggio i modelli 730 precompilati dalla stessa Agenzia.

I secondi, per così dire, sono i contribuenti che hanno una situazione reddituale più complessa, con a carico l’obbligo di dichiarazione per il possesso di più sostituti d’imposta (di più datori di lavoro), o al contrario, che non ne hanno (come il caso delle partite iva). La dichiarazione è utile (oltre che obbligatoria) per correggere quegli errori di contributi versati erroneamente dai datori di lavoro. All’errore, così come a varie forme di detrazione e di deducibilità, si producono gli attesi rimborsi del credito d’imposta.

Naspi ai precari della scuola: quando si riceve il sussidio INPS

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INPS (Foto Adobe – pensioniora.it)

Presentando la dichiarazione dei redditi, si possono allegare quei giustificati di spesa che sono oggetto della detraibilità e dunque della parziale restituzione delle somme tramite il credito d’imposta. Tra questi costi si rammentano i costi di polizze assicurative (salute e casa), le spese medico-sanitarie, le spese per funerali, i costi per l’iscrizione ad associazioni ed attività sportive, e non ultimi i costi scolastici ed universitari. Già la scuola e l’università; il diritto allo studio è uno dei diritti alla base della Carta costituzionale.

Nonostante le critiche (in una buona parte ragionevoli) molte università italiane sono ai vertici delle classifiche qualitative internazionali. Eppure l’Italia “sforna” pochi laureati rispetto alla media europea. Ma questo discorso di carattere politico si può rimandare in altra sede. Di sicuro, se il sistema scolastico, con tutte le sue pecche logistiche e organizzative, abbia tutt’oggi un imperituro riconoscimento, lo si deve al suo personale. Un personale spesso insufficiente e mal pagato, come è di dominio pubblico.

Il personale scolastico, dalla maestra alla professoressa passando per la meritoria opera dei bidelli, è una fetta consistente del personale annoverato nella Pubblica Amministrazione, degno, in termini numerici ad un esercito. Una porzione di lavoro per la formazione di generazione di studenti e di futuri cittadini è ricoperta dal personale a tempo determinato, docenti senza un’ordinaria cattedra, ma titolari anche di brevissime collaborazioni. Nonostante tutto ciò, il contratto prima o poi termina e si apre il periodo di disoccupazione. Questo periodo, seppur provvisoriamente, è tutelato da un’indennità di disoccupazione, quella della cosiddetta Naspi. La Naspi Scuola è rivolta proprio ai precari della scuola. Si ottiene dopo la perdita involontaria dell’occupazione e sottoscrivendo una dichiarazione di disponibilità al lavoro presso l’INPS o presso il Centro per l’Impiego di competenza territoriale. Il dichiarante, inoltre, deve firmare un patto volto alla ricerca attiva del lavoro, purché in possesso di 13 settimane di contribuzione nei quattro anni antecedenti alla domanda di accesso all’indennità. La domanda va presentata telematicamente all’INPS dall’ottavo giorno successivo alla scadenza del contratto stesso e non oltre il 68esimo giorno.

 

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