Sempre più vicini gli aumenti in busta paga per il mese di luglio, ecco qualche informazione sugli incrementi
Con il primo semestre dell’anno non accenna a placarsi la fiammata inflazionistica che ha sconvolto i mercati nazionali ed internazionali. Sebbene si parli di contrazione dei prezzi in bolletta per gas ed energia elettrica nella stagione estiva, i bilanci delle famiglie sono ancora alle prese con un periodo particolarmente impegnativo (considerando l’aumento dei consumi elettrici nel periodo caldo).
La stagione dei bonus una tantum appare definitivamente terminata, anche se alcune agevolazioni per i redditi più ridotti sono ancora presenti e richiedibili, per interventi che dovrebbero essere più strutturali e definitivi, a cominciare dalla diminuzione della contribuzione previdenziale versata dai dipendenti che finirà in busta paga. Un ulteriore sgravio contributivo si aggiungerà a quello già esistente proprio a partire da luglio per alcuni lavoratori.
Per molti lavoratori ci sarà un incremento della busta paga di luglio, rispetto a quella del mese precedente, proprio la crescita dello sgravio contributivo che sarà applicato direttamente dai datori di lavoro. Per quest’ultimi non ci saranno costi aggiuntivi, ma sarà lo Stato a farsi carico dei contributi da versare all’Inps per le pensioni (le informazioni per la parte datoriale sono giunte dall’Inps con il messaggio numero 1932 del 24 maggio).
L’aumento delle buste paga sarà dal mese di luglio fino a dicembre con esclusione della tredicesima mensilità. Questi i dettagli dell’operazione. Chi guadagna fino a 2.962 euro lordi avrà un taglio dei contributi a carico del lavoratore del 4 per cento (quota nella norma pari al 9,19 per cento) già ridotti lo scorso anno del 2 per cento. Quindi l’aliquota contributiva per i dipendenti di questa fascia di reddito sarà del 3,19 per cento (del 2,80 per cento per gli statali).
Meccanismo identico per chi guadagna fino a 1.923 euro lordi, con uno sgravio dei contributi pari al 4 per cento che si aggiunge alla riduzione del 3 per cento dello scorso anno. Quindi l’aliquota contributiva per questa fascia di reddito sarà del 2,19 per cento (dell’1,80 per gli statali). Questa operazione si traduce in un aumento dell’importo netto versato in busta paga con quei contributi non finiscono nelle casse dell’Inps.
Bisogna considerare che non tutto il risparmio contributivo corrisponde all’aumento netto in busta paga: infatti aumenta l’imponibile lordo in busta paga sul quale si paga l’Irpef. Gli incrementi degli stipendi tra giugno e luglio saranno al massimo di circa 65 euro per le fasce più alte di retribuzione, distanti dai 100 indicati dal governo. Qualche esempio per chiarire gli aumenti.
Per i redditi tra 32.500 e 35mila euro, gli aumenti tra gennaio e giugno sono stati di 32,85 euro, tra luglio e dicembre saranno di 65,70 euro, in totale per l’anno 98,56 euro. Per i redditi tra 20mila e 22.250 euro gli aumenti tra gennaio e giugno sono stati di 30,04 euro tra luglio e dicembre saranno di 49,38 euro, in totale per l’anno 86,42 euro. Per i redditi tra 15mila e 17.500 euro, gli aumenti tra gennaio e giugno sono stati di 28,81 euro, tra luglio e dicembre saranno di 38,41 euro, in totale per l’anno 67,22 euro. Per i redditi tra 10mila e 12.500 euro, gli aumenti tra gennaio e giugno sono stati di 19,25 euro, tra luglio e dicembre saranno di 25,67 euro, in totale per l’anno 44,92 euro.