Ecco cosa sta succedendo nell’iter di erogazione del contributo a sostegno della famiglia e cosa comporterà ai percettori in termini di tempistica
Il mese di giugno rappresenta un mese tutto particolare tanto per i lavoratori quanto per gli anziani. Insomma, entrambi riceveranno, ciascuna platea secondo la propria modalità la famigerata quattordicesima rata. Ai lavoratori dipendenti, la somma integrativa approderà nella busta paga con gli accrediti dei datori di lavoro, mentre per i percettori del trattamento previdenziale, l’importo viene erogato direttamente dall’INPS e apparirà in tutti i suoi dettagli all’interno del cedolino.
Occorre ricordare che quando ci si riferisce alle pensioni, non sono tutti i pensionati a ricevere questa rata in più (almeno a differenza di un’altra rata, la tredicesima): infatti, a riceverla sono coloro al quale, una volta riconosciuto il trattamento INPS, hanno compiuto almeno 64 anni e in possesso di un reddito annuo che non superi di 1,5/2 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti; sono incluse nella quattordicesima anche le pensioni di reversibilità, purché non superino annualmente i 13.391,82 euro lordi.
Solitamente, per i lavoratori dipendenti il turno per ricevere la quattordicesima rata è leggermente più avanzato rispetto ai pensionati: entro l’1 e il 3 luglio di ogni anno. Anche tra coloro che svolgono mansioni, il trattamento non è per tutti: soltanto tra i dipendenti che appartengono ad alcuni contratti nazionali di lavoro. Già questo insieme di limitazioni fa comprendere come tale strumento non sia certo finalizzato ad organizzare economicamente le vacanze. Nello stesso mede, inoltre, le attese di queste categorie sono accompagnate da altre di ulteriori tipologie di utenti INPS.
Anche il mese di giugno, come i precedenti già recenti, è interessato ai numerosi ricalcoli in pieno svolgimento all’interno dell’ente previdenziale. Si tratta ancora una volta di quelle correzioni economiche scaturite dalle rivalutazioni dell’aggiornamento ISTAT sulla base degli indici dell’inflazione, il cui processo di applicazione è attivo dallo scorso gennaio e non ancora completato. Ma non solo; e ciò investe misure previdenziali importantissime, che negli ultimi anni sono state fondamentali per la sussistenza di molte famiglie: stiamo parlando del Reddito di Cittadinanza e dell’Assegno Unico e universale.
Per il RdC, le residue discrepanze verranno gradatamente annullate dalla progressiva cessazione e dall’instaurazione definitiva della nuova misura sostitutiva, la MIA (misura di inclusione attiva). L’Assegno Unico, al contrario, è attualmente suscettibile delle variazioni intervenute sul valore ISEE e di quelle che hanno modificato il nucleo familiare secondo i recenti cambiamenti della normativa. Ciò ha prodotto dei conguagli che dovranno essere inclusi gradualmente all’interno delle mensilità. Come era prevedibile, le lunghe prassi stanno comportando inevitabili slittamenti sugli accrediti integrativi: questo è già successo nel mese precedente. Il maxi ricalcolo investe più di mezzo milione di famiglie. I nuclei con figli minorenni o disabili a carico che più di altri dovranno pazientare liquidazione degli importi sono quelli che presumibilmente hanno visto una variazione nei componenti familiari tra la settima e ottava mensilità di gravidanza, nella cornice del valore ISEE presentato entro 120 giorni dalla nascita del figlio. Altri soggetti interessati dai riconsegni sono quelli a cui sono stati adeguati gli importi indicati in modelli ISEE discordanti, ed elaborati come tali dalla sede INPS di riferimento.