RdC, chi continuerà a riceverlo anche dopo luglio

Verso la cessazione della misura, ecco quali saranno i percettori restanti che proseguiranno a ricevere il vecchio Reddito. Di cosa si sta parlando

rdc dopo luglio
Reddito di Cittadinanza (Foto Adobe – pensioniora.it)

Nel parlare delle misure INPS, specie in tempi di crisi così evidenti e difficili, non si può non pensare alla vasta rosa di strumenti messi a disposizione quali sostegni al reddito di un cittadino o di una famiglia. Al contempo, le circostanze che un percettore può oggigiorno osservare rimandano ad un’oggettiva difficoltà a recepire il credito necessario per garantire senza intoppi le erogazioni. Come si sa, ciò non succede che nella mancanza di linearità non possa coesistere un forma di regolarità.

Nonostante le contingenze, talvolta squisitamente interne all’Istituto, l’iter dei pagamenti procede, ma per ottenere il suo fattuale aggiornamento (cioè il versamento dei nuovi importi) occorre affidarsi alle maglie del tempo. Forse, attualmente, una buona parte di italiani sta vivendo una fase di finanziamento da parte dello Stato: si parla ovviamente dell’attuale presentazione della dichiarazione dei redditi. Una parte del processo si è conclusa alla fine di maggio, termine dell’invio telematico dei modelli 730 precompilati dalla stessa Agenzia.

RdC, quali percettori lo riceveranno dopo luglio

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Reddito di Cittadinanza (Foto Adobe – pensioniora.it)

Gli altri contribuenti italiani che non hanno una situazione reddituale semplificata e sono tenuti a dichiarare le entrate di più sostituti d’imposta, possono adempiere ai loro obblighi di presentazione dei modelli compilati nelle “classiche” modalità (incluse con l’assistenza del commercialista e del servizio di patronato) entro il termine del prossimo 30 giugno. Si aggiunga anche l’iniziativa di “fare cassa” tramite la periodica rottamazione delle cartelle esattoriali, in particolare dei debiti 2000-2015 fra i mille e i 3mila euro; si consideri inoltre la politica di risparmio con lo stralcio dei debiti fino a mille euro, la cui riscossione appare più dispendiosa a dispetto degli importi da recuperare.

Tutto ciò è necessario a garantire l’assistenzialismo dello Stato che si esprime anche con la regolare erogazione delle misure economiche dell’INPS. L’inflazione che dallo scorso anno sta gareggiando con le tutele dello Stato nei confronti dei cittadini, ha prodotto gli incrementi percentuali derivanti dall’adeguamento ISTAT; molti campi di applicazione dovevano essere già soddisfatti dai primi giorni di gennaio 2023, e invece quelle oggi sono arretrati in attesa di essere percepiti restano allo stato di periodici annunci. A contribuire allo stallo, c’è anche l’aggiornamento INPS fornito dalle variazioni ISEE, lontano dal sistematico completamento.

Ad essere coinvolto, in particolare, è lo strumento previdenziale dell’Assegno Unico, la cui seconda annualità è partita lo scorso marzo ma i percettori delle vecchie competenze stanno ora ricevendo o devono percepire gli arretrati, oltre ai conguagli derivanti dall’acquisizione dei nuovi dati su reddito e componenti familiari. Similmente anche il Reddito di Cittadinanza è sotto lo stesso gioco di forze; altresì, sta però dirigendosi verso l’apertura del processo di cessazione che inizia a luglio. La cessazione definitiva avverrà il 1° gennaio 2024 con il subentro della MIA, la misura di inclusione attiva. Continueranno il percorso quei percettori rientranti nell’ultima “chiamata” di giugno, oltre coloro che hanno firmato il Patto di inclusione sociale. Tale patto identifica quei soggetti non occupabili e al contempo sottoponibili all’incarico dei servizi sociali, i quali invieranno la lista all’INPS entro il 30 giugno.

 

 

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