Attenzione, queste comunicazioni ricevute dagli utenti non sono un’iniziativa delle Poste Italiane. Ecco cosa possono causare ai correntisti
Negli ultimi anni, il ricorso ai pagamenti è esponenzialmente aumentato. Forse, non ci si faceva molto caso, dal momento che gli strumenti preposti a chiudere un acquisto erano tutt’altro che avanzati: il primo è il denaro contante; e poi, le carte bancomat (agli albori delle loro potenzialità). In effetti, sono bastate delle circostanze a dir poco storiche per generare un percorso ove non si tornerà più indietro, né un passo in direzione opposta: ovviamente il riferimento principale è all’emergenza sanitaria da Covid-19.
Oltre alla rivoluzione dei pagamenti, si è potuto registrare una straordinaria circolarità delle merci, mai vista prima. La gran parte di essa si è instradata in direzione delle stesse case degli utenti, tramite un apparato di trasporto senza precedenti. Dunque, i consumatori hanno avuto modo di familiare con tutti gli strumenti elettronici e digitali a disposizione, dato l’ampio tempo scaturito da mesi trascorsi in confinamento domestico. Le tecnologie presenti hanno inoltre permesso di contrastare i contagi, dato l’annullamento dei contatti diretti dovuti al contante o al passaggio stesso di carte bancomat nel dispositivo POS.
Non rispondere a presunti messaggi delle Poste
Come è noto, in questa cornice altamente sviluppata, la legge, nella veste dell’ordinamento sulle norme antiriciclaggio, ha colto l’occasione di avvicinare i suoi strumenti legislativi all’obiettivo della sistematica tracciabilità del denaro. Su un piano meno astratto, questo scopo si è tradotto nell’obbligo del dispositivo POS da parte degli esercenti commerciali e degli uffici. Per quanto invece riguarda lo scambio di denaro nella sfera telematica dell’e-commerce, si sono sviluppati livelli autonomi di sicurezza e riconoscibilità.
Le stesse carte bancomat, associate al “classico” conto corrente, ha guadagnato nuova linfa dai dispositivi che nel frattempo si sono evoluti. Un esempio è dato dagli sportelli automatici ATM. Gli sportelli esterni di Poste Italiane hanno abbracciato un concetto che in altri strumenti postali, è già radicato: la dematerializzazione. Dunque, per effettuare un prelievo non occorre necessariamente la tessera magnetica; in alternativa, si può utilizzare la connessione tra l’app ufficiale da smartphone al lettore QR code installato allo sportello: in questo modo, dopo l’inserimento dello SPID, è possibile autorizzare qualunque operazione di prelevamento.
Certamente, le file all’interno degli uffici sono sempre più un miraggio, così come la gran mole dei minuti spesi. La mediazione non prevede, con l’internet banking, uno sportellista ma tutti quei servizi integrati ed intuitivi presenti nel portale di una banca o delle Poste, comprese servizi di comunicazioni tramite sms ed email. Ebbene, proprio queste ultime sono sotto l’occhio sofisticato dei tentativi di frode: con il phishing, la truffa è incanalata in false comunicazioni di presunti problemi d’accredito o di rimborsi; l’intento è sei cedere tramite form presuntivamente risolutivi i dati sensibili. Pochi passaggi e l’utente si ritroverà con il conto svuotato. Poste Italiane avvisano periodicamente gli utenti dei tentativi di accesso ai conti o alle informazioni personali: Poste non usa né form né link per richiedere dati riservati, bensì utilizza gli strumenti elettronici per convocare l’utente per la risoluzione del problema (quello reale) direttamente negli uffici.