Assegno unico, rischi di bloccare il pagamento con questo errore

L’INPS comunica ai genitori percettori del sostegno al reddito familiare, quale dev’essere la procedura per superare lo stop delle erogazioni

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Assegno Unico INPS (Foto Adobe – pensioniora.it)

In queste settimane l’INPS è sottoposto ad un’intensa attività di elaborazione. Non c’è di mezzo soltanto la consueta tornata sulla consegna dei ratei pensionistici presso gli uffici postali, che anche per questo mese, nei giorni iniziali, ha visto il ritardo delle erogazioni dato dalla concomitanza della giornata festiva del 2 giugno e di una domenica; dunque, una buona parte della platea pensionistica ha dovuto attendere 1-2 giorni in più per mettere mano alle relative mensilità.

Anche per questo mese, è stata una fumata nera quella che ha circondato le pensioni minime. Si sta parlando degli attesissimi aumenti annunciati sin dal mese di gennaio: ovverosia quell’incremento dell’1,5% per i pensionati sotto i 75 anni; e l’applicazione del noto indice del 6,4% che consentirà (prima o poi) ai percettori dai 75 anni di età di ricevere quasi 600 euro mensili, ossia dai 563,74 euro dell’assegno attuale a 599,82 euro. Un nuovo annuncio segnala l’approdo dei rialzi con i cedolini di luglio, ma c’è chi già parla di procrastinare il tutto a settembre.

Assegno unico, ecco cosa blocca il pagamento

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Assegno Unico INPS (Foto Adobe – pensioniora.it)

Come detto, l’INPS, in questo momento, non ha a che fare soltanto con le pensioni. La preoccupazione è quella che di garantire mensilmente le molteplice misure economiche comprensive delle indennità, dei bonus sociali e dei sussidi. Ma è anche il frangente in cui si è chiusa un’annualità previdenziale per aprirsene un’altra; e quest’ultima non può definirsi prima che l’ente non abbia sostanzialmente appianato le situazioni debitorie rimaste in piedi nei confronti di numerosi utenti.

Tali pendenze sono il frutto di varie circostanze contingenti che hanno prodotto dei veri e propri debiti verso gli utenti: innanzitutto gli aumenti derivanti dall’adeguamento ISTAT su base inflazionistica, che per scarso credito nelle casse INPS, non sono approdati a tutti gli interessati; il ritardo nelle procedure di acquisizione della documentazione pervenuta, come ad esempio le variazioni ISEE all’interno dei nuclei familiari. Uno strumento come il Reddito di Cittadinanza, inoltre, sta vivendo, inoltre, la delicata fase del passaggio alla misura che lo sostituirà definitivamente dal 1° gennaio 2024, la MIA, la misura di inclusione attiva.

Già dal vecchio RdC, permane la cumulabilità con una misura fondamentale come l’Assegno Unico, indispensabile per le famiglie di lavoratori e pensionati con figli minorenni o disabili a carico. Tale peculiarità comporta la trasmissione dell’apposito modello RdC Com-AU, attualmente uno degli oggetti degli accertamenti INPS. Le verifiche, a loro volta, impongono la sospensione momentanea dei pagamenti. Ad accertamento concluso e ad esito positivo, le misure, AUU incluso, tardano ad adeguarsi con i conguagli e gli arretrati spettanti. È vero anche che vi sono altre motivazioni che possono portare al blocco dello strumento di sostegno, come la mancanza della documentazione necessaria o la trasmissione di un IBAN non corretto, tale da rendere vano i bonifici. In tal senso, l’INPS ha creato una serie di video sul suo sito, per guidare i genitori titolari delle misure nell’affrontare i problemi nella fase di erogazione del beneficio. Per seguire la video-guida, basta accedere dall’area riservata di MyINPS. La guida è personalizzata e illustra i problemi riscontrati nel blocco della misura di propria competenza.

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