Anche per i climatizzatori di casa, la legge non esclude obblighi di questo tipo in casi particolari; in nome della sicurezza e dei consumi. I dettagli
Tra poco meno di due settimane, si sarà già entrati ufficialmente nel solstizio d’estate. Con esso si avranno le giornate più “lunghe” dell’anno, con il maggior numero di ore con la luce del giorno; e dunque i tramonti saranno sempre più tardi. Per tutto il resto, si avrà soltanto la tipica, rovente canicola di tutte le stagioni estive, da esorcizzare possibilmente con il relax delle vacanze. Almeno per il momento è difficile prevedere di quale entità sarà il caldo che investirà l’Italia per le settimane a venire.
D’altronde, come hanno insegnato l’autunno e l’inverno, gli stravolgimenti climatici hanno archiviato qualsiasi forma di regolare stagionalità, con effetti di non secondaria importanza dall’agricoltura fino alla qualità di vita di individui legati, in quanto “specie animale”, all’ambiente e al suo grado di vivibilità. Certo la “differenza” umana ha imposto mille e uno apparecchi per combattere il caldo, analogamente a come ci si difende dal freddo nella stagione invernale.
Quando si parla di apparecchi per affrontare le condizioni climatiche avverse alla persone, non si può non omettere l’effetto collaterale data da una certa comodità: i consumi. Questi sono i protagonisti di sempre da quando i dispositivi elettrici preposti al condizionamento delle case hanno irrotto nelle vite di molti. Non si può nascondere che un apparecchio come il condizionatore è passato nel giro di pochi anni da status symbol al classico elettrodomestico di casa, a fianco degli apparecchi di base.
In tal senso, anche il climatizzatore casalingo è compreso nel paradosso – ma immaginabile – che assilla gli elettrodomestici essenziali di una casa; i consumi, appunto, lo rendono dispendioso tanto quanto non concedono sconti gli altri fondamentali: il frigorifero, la lavastoviglie, la lavatrice, il forno elettrico, l’asciugacapelli. Non ci sono “programmi” di raffreddamento che limitano la corsa del contatore elettrico, se non qualche utile accorgimento per non disperdere la ventilazione. Ma è essenziale anche la manutenzione.
Anzi, l’attività manutentiva dev’essere propedeutica alla prima accensione, visto i rischi che si corrono in termini di salute e soltanto in seconda battuta, pensando alla bolletta. Di fatto, però, vi sono casi in cui la manutenzione del condizionatore è obbligatoria per legge. E non solo vige l’obbligo, ma sono previste anche dure sanzioni per chi non lo rispetta. I controlli periodici sono obbligatori negli impianti con una potenza termica superiore a 12kW (al di sotto di questa potenza, le verifiche e la manutenzione sono dunque facoltative). Gli impianti di condizionamento con potenza termica dai 12kW in su, devono essere accompagnati da un libretto di impianto, aggiornato dagli annuali rapporti di efficienza energetica, nei quali si valuta la resa e il funzionamento dell’impianto. La corretta manutenzione dei condizionatori dev’essere svolta a ditte e imprese certificate, ed in particolare da tecnici in possesso del patentino FGAS, per i lavori di impianti di climatizzazione e condizionamento. Gli utenti che non sottopongono gli impianti ad una regolare manutenzioni rischiano pesanti multe.