Ecco quali saranno le categorie che riusciranno ad accedere al nuovo Reddito di Cittadinanza (RdC) durante il prossimo 2024
Ormai il quadro normativo e procedurale riguardo il nuovo Reddito di Cittadinanza si sta delineando. Infatti già dagli inizi di maggio con il noto il decreto Lavoro il governo ha determinato i dettagli delle prestazioni che prende il posto della misura contro la povertà introdotta nella primavera del 2019. Con il nuovo provvedimento del governo prende infatti il via le misurano che interessano gli attuali fruitori del RdC.
I contorni sono al momento quasi del tutto definiti, ed è certa una riduzione della platea dei beneficiari con una stretta ai requisiti per l’accesso. Si manterrà la soglia Isee e ma l’importo dell’erogazione, calcolato con coefficienti di scala di equivalenza meno favorevoli alle famiglie, sarà minore. Per le date vi sono già delle certezze: si parte a settembre per gli occupabili dai 18 ai 59 anni di età, mentre per altre famiglie la misura comincia a gennaio 2024.
Quali soggetti avranno il RdC per tutto il 2024
A godere della nuova misura per almeno tutto il 2024 saranno i nuclei familiari con soggetti fragili (disabili, minori e anziani oltre i 60 anni di età). Per queste famiglie prende il via il cosiddetto Assegno di inclusione della durata di 18 mesi, rinnovabii per altri 12. Il limite Isee della nuova prestazione resterà lo stesso del Reddito di Cittadinanza, 9.360 euro, a peggiorare i parametri della scala di equivalenza per il quale va moltiplicato il reddito soglia (o importo base) di 6mila euro.
Non saranno considerati infatti i componenti attivabili al lavoro, cioè quelli tra i 18 e i 59 anni di età. A essere conteggiati richiedente, minori, anziani oltre i 60 anni, disabili a carico e maggiorenni con carichi di cura (cioè cura per disabili gravi o non autosufficienti, per bambini sotto i 3 anni, per 3 o più figli minorenni). Tutti i maggiorenni occupabili delle famiglie che richiederanno l’Assegno di inclusione dovranno comunque iscriversi obbligatoriamente al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa e sottoscrivere il patto per l’attivazione sociale.
Per essere certi di prendere l’Assegno di inclusione nel 2024 bisogna appartenere a nuclei familiari privi di componenti attivabili a lavoro. E questo rappresenta un altro peggioramento per molti fruitori della prestazione che potrebbero perdere del tutto la prestazione.
Chi rischia con le nuove regole
Secondo la stima riportata nella relazione annuale della Banca d’Italia le nuove norme più stringenti porteranno a una riduzione degli accessi all’Assegno di Inclusione rispetto la precedente misura. Per le famiglie di stranieri la riduzione della platea dei potenziali fruitori è di circa due terzi, mentre i nuclei familiari italiani che potrebbero perdere il sussidio sono circa il 40 per cento. I nuovi requisiti introdotti sul valore immobiliare ai fini Imu dell’abitazione di proprietà e la soglia di reddito per le famiglie che vivono in affitto, non più incrementata, renderanno difficile l’accesso alla prestazione.
I requisiti anagrafici ridurranno del 30 per cento i nuclei familiari italiani beneficiari, mentre la variazione di quelli economici peserà per il 10 per cento. Le famiglie straniere si potrebbero ridurre dei due terzi, come accennato, per l’irrigidimento delle regole d’ingresso per la difficoltà di rientrare nei requisiti economici e per gli affitti non più calcolati. Comunque i risparmi per lo Stato ammonteranno a circa 2 miliardi di euro, sempre per le stime di Banca d’Italia.