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Tasse

Imu, cosa succede a coniugi con residenze diverse

Ecco a quali requisiti deve rispondere la coppia in possesso di più immobili così occupati. Cosa dicono le ultime sentenze della Corte di Cassazione

IMU (Foto Adobe – pensioniora.it)

È ricorrente che una giovane coppia, ma anche un giovane single, possa aspirare presto ad uno spazio proprio, autonomo; insomma, una propria casa, dopo diversi anni trascorsi nell’abitazione della famiglia d’origine. Per la verità, nonostante gli strumenti che supportano e agevolano l’acquisto di un immobile siano sempre più flessibili, si fanno proporzionalmente più rigide e difficili le condizioni a premessa di quest’impegno: una condizione di lavoro gradualmente meno stabile ed una retribuzione troppo bassa; l’incremento del costo della vita.

Anzi, si registra con frequenza che sono i genitori ad essere coinvolti in prima persona nella richiesta di un mutuo (per esempio) presso gli istituti di credito, dato che – ancora – le precedenti generazioni sono mediamente in grado di garantire e assolvere alla restituzione del debito. Tra l’altro, l’inflazione ha contribuito negli ultimi mesi ad incrementare le rate sia dei mutui a tasso fisso sia dei mutui a tasso variabile, raggiungendo punte integrative di 250 euro al mese.

Imu, via pagata se i coniugi abitano in residenze diverse?

IMU (Foto Adobe – pensioniora.it)

In buona sostanza, con l’ultima crisi economica, l’inflazione che non cede il passo sulla pressione nei prezzi e nelle entrate, la massa di potenziali acquirenti si è in buona parte trasformata in una lunga lista di ricercatori di locazioni. Tuttavia, non si è potuto parlare – per fortuna – di crisi degli affitti, dato che i bonus fiscali messi a disposizione dello Stato nei confronti dei sottoscrittori under 36, hanno circoscritto il crollo dei finanziamenti. Certo, in taluni casi, sono state prese misure alternative.

Qualche genitore avrà acquistato un appartamento adiacente al proprio; al contrario, qualche ampio immobile sarà stato oggetto di una separazione per dare, oltre alle mura, anche sufficiente riservatezza al figlio. Insomma, non pochi giovani – tra quelli che possono permetterselo – ricevono “in regalo” una casa; alcuni, sin da giovanissimi, e in attesa di essere abitata, diviene una fonte d’investimento e di reddito, se viene data in affitto. Inoltre, l’intestazione dell’immobile al figlio avviene sin dalla sottoscrizione del mutuo, così da delimitare le spese di registrazione e le imposte di un atto notarile di donazione. 

Probabilmente sia genitori che figli saranno messi nelle condizioni di essere esentati dal pagamento annuale dell’IMU, l’imposta municipale sugli immobili, in quanto prima casa e solo quella. L’imposta fa però eccezione per le ville, le abitazioni residenziali e le dimore storiche. Sono fuori IMU le pertinenze, escluse: un secondo box, una seconda cantina ecc. Si avvicina inesorabilmente la scadenza sul pagamento della prima rata, 16 giugno 2023, e di fatto non sono esentati coloro che di un appartamento sono titolari di un contratto di comodato o di leasing. Ovviamente, su tutti i secondi immobili, l’IMU è obbligatoria. Nel caso di due coniugi, proprietari di due immobili di cui ognuno vive separatamente, il pagamento dell’imposta non è così scontato. Ci ha pensato la Corte di Cassazione ad esprimersi con recenti sentenze. Fino a qualche tempo fa, uno dei due appartamenti era considerato “seconda casa” e dunque suscettibile del pagamento IMU; dallo scorso 13 ottobre, la Cassazione definisce i differenti immobili così occupati (magari per motivi di lavoro) prima casa e dunque esentati dal tributo. Purché nel rispetto dei seguenti requisiti: gli immobili devono situarsi presso comuni differenti; uno dei due coniugi deve risiedere abitualmente in questo immobile, dimostrando con la presentazione delle bollette o con la scelta del medico di base.

Pubblicato da
Roberto Alciati