Ecco a chi saranno assegnate le maggiorazioni fra la platea di percettori del sostegno al reddito familiare. Cosa includeranno i prossimi accrediti
Come spesso accade, le crisi economiche (di qualunque natura) sono caratterizzate da due fasi: la prima, nel pieno del suo svolgersi, con le amare sorprese e i traumi annoverati nei redditi dei cittadini e delle famiglie; la seconda è invece dopo la stabilizzazione, quando si manifestano gli strascichi degli effetti a lungo termini, quelli apparentemente più innocui ma in realtà più perniciosi. All’atto pratico, la crisi energetica ha causato, tramite l’arma dell’inflazione, il crollo del potere d’acquisto, ma quello che oggi si teme è l’effetto recessione del Paese.
D’altronde, dalle bollette, l’inflazione ha colpito, come detto, il potere di acquisto dei nuclei familiari, ma anche la capacità di mettere da parte qualche risparmio, fino alle richieste di finanziamenti e mutui per la casa, dopo l’incremento dei tassi di interesse sul costo del denaro e dello scambio di servizi. Se si vuole trovare un aspetto positivo, si può dire che l’altra faccia della medaglia ha portato i tassi a produrre rendite senza precedenti. Certo, lo sforzo attuale della ripresa si concentra in larga parte sulle famiglie.
Quando si parla di aiuti alle famiglie, è vero che il rimando alle casse dello Stato è breve, ma è ancor più immediato il riferimento all’INPS, senza sottovalutare il poderoso sforzo degli ultimi anni. L’avvicendarsi di diverse soluzioni economiche per tentare di tamponare un lungo susseguirsi di declini economici di scala globale hanno ridotto quella che rappresenta la fetta delle risorse finanziarie di uno Stato; d’altronde, il momento storico non ha potuto richiedere priorità alternative.
Dunque, dal 2019 sono state gettate le basi per affrontare sistemicamente il progressivo avanzare della povertà, allargando le maglie delle fasce più svantaggiate della popolazione. Dalla relativa riflessione è scaturito il famigerato Reddito di Cittadinanza, misura nata a contrasto della povertà e incentivo a favore del reinserimento professionale e sociale degli interessati. Dal 1° gennaio 2024, il RdC verrà definitivamente archiviato a favore della MIA, la misura di inclusione attiva; certamente meno generosa del primo.
Tale credito statale dovrà presto essere diviso assieme alle molteplici misure erogate direttamente dall’INPS come i bonus sociali, i sussidi e le varie forme di indennità, oltre le pensioni; e poi, assieme all’Assegno Unico e universale. Quest’ultimo strumento è il mezzo di sostegno più diretto alle famiglie di lavoratori e pensionati con figli minorenni o disabili a carico. Lo scorso marzo si è inaugurata la seconda annualità, derivante dalle nuove richieste e dalle domande di rinnovo pervenute entro il 28 febbraio scorso. Ma ancora fino al 30 giugno, inoltrando la domanda di riconoscimento, c’è l’opportunità di integrare le competenze con gli arretrati riducibili da marzo. I conguagli a credito all’interno dell’AUU, frutto dei ricalcoli a partire da gennaio, stanno altresì producendo aumenti straordinari dei ratei. Complici di questi rialzi: l’adeguamento legato alle variazioni dell’ISEE, oltre l’ottenimento del premio alla nascita e l’eventuale presenza di persone disabili all’interno del nucleo familiare. Da aprile a maggio sono pervenuti incrementi fino a 250 euro in più, che saranno liquidati nel corso del mese di giugno. Credito disponibile permettendo.