Alcune associazioni di una regione italiana hanno chiesto un vero e proprio rinnovo extra riguardante il Reddito di Cittadinanza
Dal mese di gennaio a questa parte il Reddito di Cittadinanza è stato ed è ancora motivo di riforme da parte del governo e di critiche da parte di numerosi cittadini. Era il 2019 quando il governo Conte istituì la misura di sostegno al reddito ed inserimento nel mondo del lavoro e, dopo quattro anni dalla sua introduzione, il RdC sta per andare definitivamente in pensione.
La salita all’esecutivo del governo Meloni ha infatti modificato drasticamente la misura che è destinata a scomparire a partire da gennaio 2024. Il centro – destra, infatti, non ha mai visto di buon occhio il RdC e dopo averlo modificato a partire dal 2023 attraverso apposita legge di bilancio, ora è pronto a sopprimerlo. Al posto del RdC sarà introdotta una nuova misura: l‘Assegno di Inclusione.
L’Assegno di Inclusione è per certi versi simile al RdC: sarà erogato su una carta una volta al mese proprio come il suo predecessore ma, a differenza di questo, i requisiti per poter accedervi sono molto più restrittivi. Innanzitutto a scendere è l’ISEE: per accedere alla misura bisogna avere l’indicatore non superiore a 9.360 euro. Inoltre la platea dei beneficiari è divisa, anche per l’AI, tra occupabili e non occupabili.
La differenza tra queste due platee riguarda la durata della misura. Per gli occupabili, ovvero per tutte le persone che hanno tra i 18 ed i 59 anni e sono abili al lavoro, l’AI durerà 7 mesi. Per i non occupabili, ovvero per i nuclei familiari che hanno al loro interno un minore, un over 60 o un disabile, l’Assegno Unico durerà per 18 mesi rinnovabili per altri 12 mesi dopo un mese di sospensione.
Proprio in questi giorni, poi, è stata resa nota la notizia secondo cui in una regione d’Italia potrebbe essere possibile una proroga del RdC. Parliamo della Campania dove alcuni cittadini hanno pensato di indire una raccolta firme per istituire un nuovo contributo economico per le famiglie povere quando questo non ci sarà più. La petizione è stata presentata al presidente del consiglio regionale della Campania da associazioni quali Comunisti Italiani, Rifondazione Comunista, Partito del Sud, Usb e altre ai sensi dell’articolo 16 dello statuto campano e rientra nell’ambito della campagna nazionale “Ci vuole un reddito”.
I firmatari della petizione in Campania chiedono una Misura Integrativa Regionale che andrà ad aiutare i beneficiari del RdC tra settembre e gennaio 2024, quando entrerà in vigore l’Assegno d’Inclusione. La richiesta arriva nonostante il fatto che il governo Meloni, da settembre, erogherà il Supporto per la Formazione e il Lavoro, un sussidio pari a 350 euro mensili che però durerà solo 1 anno.
Questo sussidio, molto più stringente del RdC durerà solo un anno ed è riservato a tutti coloro che hanno sottoscritto un patto di attivazione digitale, ovvero si sono messi all’opera per trovare un lavoro. Ma nei fatti sono poche le persone, soprattutto in Campania che vanta il primato di erogazioni del RdC, che si sono mosse per trovare un lavoro dato che nella regione c’è una vera e propria emergenza sociale.
E’ in questo scenario che si colloca la richiesta delle associazioni campane che chiedono, a partire dal 1° ottobre, di far entrare in vigore la misura integrativa regionale (M.I.R.). Inoltre, si chiede di quantificare la platea degli attuali percettori di reddito cui corrispondere la M.I.R. in seguito all’esclusione o riduzione del RdC entro il 15 settembre.