Diversi percettori dovranno attendere ancora qualche giorno per ricevere i ratei del sostegno economico alle famiglie di competenza del mese di maggio
Non è affatto improbabile che il calendario di un mese possa procrastinarsi al mese successivo. No, non si tratta di una miracolosa manifestazione del calendario solare, ma il consueto iter del calendario previdenziale; o perlomeno dell’affollato lavoro in svolgimento nell’INPS da circa due mesi. D’altronde, i cambiamenti in atto nel novero dei pagamenti e degli aiuti ai cittadini più bisognosi non sono pochi, e necessitano di essere “metabolizzati” dalle prassi, oltre che essere oggetto di un progressivo adeguamento.
Un adeguamento questo, che può sicuramente giovare al cittadino (per un certo verso), ma il cui effetto rischia di vanificarsi a causa delle lunghe tempistiche implicanti il lavoro. Ma non c’è di mezzo soltanto il fattore “tempo”; ad alimentare l’attesa, il ruolo tutt’altro che secondario del credito disponibile nelle casse della previdenza sociale. In questi giorni, o meglio i primi giorni del mese, il clima caratterizzato dalla istanze del momento è davvero rovente, tra misure ordinarie e misure straordinarie: entrambi oggetto di fondamentali aggiornamenti sempre meno rimandabili.
Tra il mese di maggio e giugno, si succedono i giorni che chiudono un anno previdenziale e ne aprono un altro (un po’ come un anno accademico); si tratta della nuova annualità previdenziale, ché non può aprirsi senza il propedeutico lavoro di appianamento delle situazioni debitorie a carico dell’INPS, nei confronti di numerosi utenti. Questi importi a debito sono il risultato, nella fattispecie, delle lunghe tornate di verifiche della documentazione presentata da utenti che già percepiscono gli importi.
In particolare, ad essere oggetto dei controlli gli aggiornamenti che molto spesso sopraggiungono all’evoluzione del contesto socio-economico delle famiglie. L’iter prevede senza eccezioni che durante l’accertamento le erogazioni vengano provvisoriamente sospese. Più che di settimane, l’interruzione dei pagamenti può protrarsi per mesi, in attesa che i controlli si concludano e l’esito positivo dia il via libera alla ripresa dei pagamenti. Nel frattempo, però, le tasche dei percettori si svuotano.
C’è da dire che indubbiamente la ripresa degli accrediti produce due effetti (positivi): il primo si traduce negli arretrati delle misure non percepite nei mesi precedenti; il secondo, nei conguagli che l’adeguamento degli importi ha diffusamente scaturito. Occorre soltanto rientrare nel corso della spesa del credito disponibile per poter chiudere col passato e incominciare una nuova tranche di pagamenti correnti. L‘Assegno Unico non ha avuto poche difficoltà in tal senso, dal momento che tale misura è soggetta a diverse variabili. La dinamica principale dipende dalla comunicazione ISEE. Il mantenimento del precedente status familiare pone il pagamento dell’AUU tra il 10 e il 20 di ogni mese; in sostanza, tale range temporale diventa la consuetudine per coloro che percepiscono sempre lo stesso importo; al contrario, si viene altrimenti dirottati nella finestra di pagamento tra il 20 e il 30/31 di ogni mese. Proprio i conguagli di maggio hanno stravolto la regolare calendarizzazione di maggio, fissando i pagamenti di alcuni percettori direttamente entro i 10 giugno. E dunque, erogazione tardiva per coloro che hanno registrato modifiche all’ISEE, in particolare al reddito e nella composizione del nucleo, tali da attivare il ricalcolo degli importi sulla base di quanto percepito a maggio.