Come provvedere in modo agevole, per la comprensione di qualsiasi utente, alla risintonizzazione dei canali televisivi in chiave personalizzata. I dettagli
Mancano poco più di sei mesi alla novità che molti italiani aspettano da tempo. No, non sul piano tecnologico: in questo contesto i contesti sono sin troppo frequenti. Ancora una volta una questione di carattere burocratico: la nuova separazione del canone Rai dalla bolletta dell’utenza elettrica. Sì, perché dal 1° gennaio 2024, la fattura dell’elettricità non conterrà l’importo relativo all’abbonamento tv tra le voci dei consumi, così come è sopravvissuta sino ad oggi la richiesta di finanziamento ai cittadini nei confronti della Rai, varata dal governo Renzi nel 2016.
Si è trattato di una modalità non molto gradita da una buona parte degli italiani del piccolo schermo, sebbene le ragioni sono di varia natura: innanzitutto la difficoltà a separare le anomalie, le incongruenze, se non addirittura gli errori contenuta e dal “fronte” elettrico, e dal fronte radiotelevisivo. A suo tempo, la misura prendeva di petto quella che oggi rischia di essere rediviva, ossia la lotta all’evasione del canone Rai. E lo ha fatto con criteri non del tutto impopolari: l’importo si è attestato a 90 euro, e il versamento è ampiamente rateizzato.
Digitale terrestre, si può cambiare l’ordine dei canali?
Si può dirlo con serenità: ci si affaccia nell’ignoto, dato che allo stato attuale, non si hanno indicazioni sul nuovo importo, né sulle modalità che dovranno inevitabilmente cambiare. In un’ultima analisi, non si conosce alcuna decisione (semmai ci sia). Soltanto qualche plausibile ipotesi: l’importo sarà diverso, con molta probabilità maggiorato; il forma di pagamento che potrebbe assumere è quella di un codice tributo all’interno della dichiarazione dei redditi.
Certo, molti italiani pensano che la Rai dovrebbe essere finanziata dalla laute tasse che i cittadini pagano; altri ancora sostengono la facoltà di finanziarla soltanto da parte di chi segue i suoi canali. In tempi in cui il successo delle piattaforme dei contenuti a pagamento (Netflix, su tutti) ha sottratto migliaia di spettatori alla tv pubblica, grazie alle irresistibili serie tv, il tutto non che apparire una perdita finanziaria di tutto rispetto. Ma quegli importi sono utilizzati dalla tv di Stato per sviluppare l’estensione della tecnologia del digitale terrestre.
È chiaro a tutto che si tratta di una tecnologia in continuo aggiornamento (come ogni modello avanzato) che obbliga ogni proprietario di apparecchio televisivo a provvedere alla sempre più frequente risintonizzazione dei canali. Processo questo, che ha avuto una netta accelerazione con l’ultimo rilascio che porterà alla conversione definitiva dei canali nell’ultimo formato d’immagine in alta definizione (Mpeg-4). Lo scorso anno, la prima fase ha condotto alla iniziale sostituzione dei monitor con modelli di ultima generazione in grado di accogliere il nuovo standard, la cui stabilizzazione è prevista per la fine di giugno. Dalla prima installazione del digitale terrestre si è scoperto che lo stesso primo canale, Rai1, non corrisponde alla prima frequenza di segnale captato dal dispositivo. Per non parlare che la Rai ha istituito molteplici canali, molti dei quali tematici. Dunque, per i nostalgici del vecchio ordine di sintonizzazione dei canali, si può sempre impostare una lista personalizzata di canali, composta secondo la preferenza e, appunto, l’ordine di proprio gradimento. Come fare? Le voci sono più o meno le stesse per tutti i telecomandi: dal menu Tutte le impostazioni, scegliere Canali, e poi Gestione canali del televisore; da qui, selezionare la voce Modifica tutti i canali.