Ecco a chi passa un bene come la casa se la trasmissione non sarà verticale, in mancanza di eredi in linea diretta. Di cosa si sta parlando
Negli ultimissimi decenni (in realtà quelli che hanno aperto il nuovo millennio), e con l’amplificazione degli ultimi anni, le crisi, quando esplodono nella loro natura economica, sono sempre più perniciose e prive di una definitiva soluzione di continuità. Per questo, la fotografia che appare è quella di un susseguirsi di fattori che alzano il livello di conflitto nel quadro di una difficilissima stabilità economica e sociale. Non è uno dei tanti macrotemi economici, dato che le conseguenze sono direttamente proiettate all’interno del contesto domestico.
È la famiglia a riferire sulla propria pelle gli effetti di scontri armati nel cuore del vecchio continente, crisi dei mercati internazionali, fallimento di gruppi bancari, ingestibilità di una massa finanziaria a debito. Come sta avvenendo da più di un anno sul terreno europeo, le prime manifestazioni si sono avute sul piano del crollo dei prezzi dell’energia (o meglio, il crollo della loro gestibili): la speculazione ha incrementato le tariffe del gas a livelli così insostenibili da far scontare all’Europa la sua endemica dipendenza energetica; e ciò significa scaricare i costi ultimi sui portafogli delle famiglie.
Pertanto, non pochi nuclei familiari vivono sul filo del rasoio, sulla base di scarse entrate, difficilmente definibili come “reddito”: ecco, quindi, che gli stessi componenti divengono percettori di una delle diverse misure economiche di sostegno messe in campo dall’INPS, dal Reddito di Cittadinanza all’Assegno Unico, bonus e assegni sulla natalità e altri aiuti sociali. A do ogni modo, si fa determinante l’importanza di un unico reddito presente dentro una famiglia. Come spesso avviene, l’essenzialità si palesa ed è pienamente frutto di consapevolezza quando viene a mancare.
Così succede se una famiglia è colpita da un grave lutto, come ad esempio quello che ha coinvolto il titolare del principale reddito su cui gli altri componenti contavano in quanto “a carico” del de cuius e al contempo economicamente non autosufficienti. L’insanabile squilibrio non sarà soltanto di carattere affettivo, come si può immaginare. L’INPS viene in soccorso in questa circostanza, in particolare se il de cuius percepiva un trattamento pensionistico; gli altri familiari riceveranno una quota di tale trattamento, definita pensione di reversibilità.
Per certi versi, grosso modo si comporta similmente la trasmissibilità dei beni, ossia nel caso di un’eredità. La successione di un patrimonio, che sia regolata o meno da un testamento, investe in prima battuta l’altro coniuge superstite e i figli, secondo percentuali stabilite dall’ordinamento in materia. Dunque, precedenza alla linea diretta: moglie e figli; altrimenti fratelli, sorelle, genitori ancora in vita del soggetto deceduto. E se – di metta il caso – il de cuius non lasciasse né moglie né figli? Potrebbe essere uno dei tanti casi per cui la legge interviene fino al sesto grado di parentela. Nella fattispecie, il primo movimento non sarà verticale, non interviene sulla linea discendente: l’eredità viene collocata tra i fratelli e le sorelle. Soltanto in assenza di questi ultimi, la successione passa ai nipoti. Unica eccezione: se nel testamento, il suo titolare nomina i suoi nipoti in qualità di eredi, la divisione dovrà tenere conto delle quote ereditarie legali.