Assegno unico, può richiederla anche la zia di un bambino?

Oltre il “classico” nucleo familiare composto dai genitori, ecco quali sono gli altri soggetti che possono fare la richiesta del contributo universale

richiesta auu zia per minorenne
Assegno Unico (Foto Adobe – pensioniora.it)

A dettare le politiche economiche di un Paese, se non di un continente e ben oltre, non sono soltanto le grandi crisi globali, derivanti da guerre, crollo dei mercati, materie prime, fallimento di banche e bolle speculative. Questi fattori, almeno sul piano teorico, sono parte dei casi eccezionali – sempre meno eccezionali. Di fatto, nelle cosiddette condizioni “normali” di una nazione avanzata, sono i cambiamenti, le trasformazioni di una società a regolare e variare gli indicatori della tenuta sociale, compreso il diritto (di cui è in primis parte).

Il progressivo cambio di costumi, o meglio i cambiamenti in ordine culturale, non lasciano indenni le basi dell’organizzazione sociale e dunque, se tali sfumature rientrano legittimamente ad evolvere il rispetto della persona secondo i dettami di partenza della Carta costituzionale, allora ogni modifica in ordine ai diritti e ai doveri dei singoli cittadini devono essere opportunamente adeguati. La differenza non può essere fatta soltanto da una particolare legge giuridica, ma anche una norma di tipo economico può restituire la dignità raggiunta da una persona.

Assegno unico, quando la zia di un bambino può fare richiesta?

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Assegno Unico (Foto Adobe – pensioniora.it)

In ordine alle parole conclusive della suddetta premessa, si pensi a ciò che ha comportato sul piano precipuamente concettuale l’introduzione del Reddito di Cittadinanza (anno domini 2019). Ufficializzata quale misura previdenziale al servizio per il contrasto alla povertà e inventivo per il reinserimento sociale e professionale, esso ha raggiunto le tasche di centinaia di migliaia di italiani che combattono quotidianamente con l’insufficienza o l’assenza di reddito.

Tale misura prende oggigiorno la strada della graduale cessazione. Dal 1° gennaio 2024 verrà definitivamente sostituita dalla nuova MIA, la misura di inclusione attiva, senza dubbio meno generosa del RdC, che dividerà la platea di richiedenti in due categorie: percettori occupabili, i lavoratori che accederanno al Supporto alla Formazione e Lavoro; percettori non occupabili, disabili e anziani over 60 destinati a ricevere l’apposita misura dell’Assegno di Inclusione.

L’INPS, dunque, si appresta ad erogare il nuovo pacchetto di misure con l’affiancamento che avrà la “vecchia” misura (si fa per dire, dato che già include le sole sette mensilità) a partire dal prossimo settembre. A segnare l’importante impatto delle misure previdenziali, ci pensa l’indispensabile Assegno Unico e universale, destinato ai nuclei familiari dei lavoratori e pensionati con figli minorenni o disabili a carico. Sebbene nell’attuale passaggio da maggio a settembre, sono a pieno regime i ricalcoli positivi derivanti da accertamenti, variazioni ISTAT e adeguamenti che hanno prodotti interessanti conguagli, i cui pagamenti sono già procrastinati nei prossimi giorni, resta comunque uno strumento insostituibile se lo Stato intenda continuare a supportare (come può) la demografia nazionale. Minorenni e disabili sono oggigiorno inseriti in contesti familiari che non rispondono necessariamente ai canoni classici (madre, padre, figli). Innanzitutto, in molte famiglie i figli si dividono tra genitori separati o divorziati. O ancora, i minorenni possono essere stati affidati, per la sentenza di un giudice, alla custodia affidataria dei nonni. Ecco, anche questi ultimi possono inoltrare la domanda per il riconoscimento dell’Assegno; ma soltanto loro, nessun altro legame di parentela. I nonni possono considerarsi come mamma e papà anche per quei ragazzi maggiorenni, a carico fino al compimento del 21° anno di età. Il limite di parentela decade se si tratta di una persona affidata, affetta da disabilità, a prescindere dalla sua età: il riconoscimento dell’AUU diverrà automatico.

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