Ci sono delle situazioni in cui commettere una leggerezza può costare caro, fare un’operazione particolare alla Posta può essere rischioso
Come noto le attività finanziarie, creditizie, previdenziali sono regolate da norme e da precise indicazoni di legge. Non rispettare alcune prescrizioni può costare caro. A volte anche una leggerezza commessa in perfetta buona fede può avere delle conseguenze gravi, anche nei rapporti con le pubbliche amministrazioni. Le pensioni di norma sono ritirate in denaro contante dai titolari dei trattamenti presso gli uffici postali, rispettando i calendari annunciati da Poste italiane.
Ma non è il solo modo per ricevere la pensione, è possibile un accredito nel conto corrente, oppure nella propria Postepay Evolution, nel Libretto di risparmio o sul conto corrente postale. Nel caso il titolare sia impossibilitato a recarsi alle Poste è anche prevista la possibilità di una delega a un parente prossimo o persona di fiducia, opportunità molto utile per anziani e disabili.
Quando un titolare di trattamento previdenziale muore occorre denunciare e comunicare la scomparsa anche all’Inps. Il mese del decesso la pensione verrà comunque accreditata sul conto. Questo vale anche se la data del decesso precede l’accredito o il ritiro, mentre il mese successivo alla scomparsa l’Istituto provvederà a interrompere l’erogazione della prestazione. Ma per far questo i familiari dello scomparso devono provvedere ad inviare una comunicazione all’Inps, in maniera che l’erogazione cessi.
Se l’Istituto erroneamente continuasse ad accreditare gli assegni alla persona deceduta, bisognerà restituirla. Ma con una tempestiva comunicazione si dimostra la propria buona fede. Perché in caso contrario i rischi sono notevoli. Non comunicare la notizia della scomparsa di un pensionato all’Inps, per continuare ad intascare direttamente la somma configura la possibilità di reato.
Si potrebbe parlare di truffa (ex articolo 640 bis del codice penale) o di frode ai danni dello Stato (ex articolo 316 ter del codice penale). Si tratta di reati gravi che possono portare al carcere e comunque prevedono la restituzione di quanto indebitamente percepito, oltre al pagamento di una sanzione penale e gli interessi sulle somme.
Per evitare ogni problema è necessario comunicare al più presto all’Inps la morte del titolare della pensione. Si invia una copia del certificato di morte seguendo le apposite indicazioni presenti sul sito dell’Istituto. Nel caso si potesse fare, meglio non ritirare la pensione dal conto corrente postale del defunto o direttamente presso gli sportelli con la delega.
Essere cauti in queste circostanze è la soluzione migliore e serve a dimostrare la propria buona fede, in attesa di risolvere eventuali problemi. Accedere al denaro del defunto senza autorizzazioni può creare problemi anche in caso di eredità. D’altra parte i fatti di cronaca a volte raccontano di parenti che continuano a percepire i trattamenti previdenziali di persone ormai defunte da anni.
Nei casi più eclatanti, oltre a ritirare le pensioni di parenti scomparsi da anni, capita di leggere di cadaveri abilmente occultati, tenuti nascosti in casa per mesi, addirittura per anni, con lo scopo evidente di continuare a percepire indebitamente la pensione del morto. Situazioni veramente incresciose con aggravanti ancora più pesanti e ben poche giustificazioni da portare davanti al giudice.