Prima di esporre la carta ad uso massiccio, l’utente deve conoscere questi aspetti fondamentali per salvaguardare le finanze all’arrivo dell’estratto conto
È finita l’epoca del portafoglio quale luogo naturale del denaro? Chissà, forse ci si sta avviando sul tramonto di una lunga epoca. Difficile dirlo. La tecnologia sta suggerendo la conversione ad un’epoca dove la digitalizzazione del denaro la fa da padrone; l’approccio stesso porta a considerare l’entrata come una forma di credito: in altri termini, l’accredito di uno stipendio è esteticamente affine al credito di una ricarica telefonica o di una carta ricaricabile.
Ciò è importante da comprendere per svelare la diversa logica che si cela nell’attuale percezione del rapporto col denaro. Una sensazione sempre più evanescente di cui l’aspetto più concreto finisce per essere rappresentato dalla lettura dell’estratto conto. L’home banking e immediatamente l’ascesa dell’internet banking hanno favorito questa nuova dimensione, sebbene i vantaggi in ambito pratico siano indubbi (quali la gestione sempre più autonoma e personalizzata del conto, l’eliminazione della permanenza in filiale).
Hai la carta di credito? Cosa bisogna sapere per non rischiare spese indebite
A partire dalla emergenza sanitaria, gli acquisti online, oltre ai pagamenti digitali non hanno rappresentato soltanto un contributo alla lotta ai contagi riducendo i contatti umani. È stato infatti soltanto l’inizio di un’imposizione dei tempi per quanto riguarda l’utilizzo della moneta elettronica. Si tratta di una fase, per certi versi “storica” che pone in una posizione più agevole la stessa normativa antiriciclaggio, la quale, approfittando delle circostanze, ha fatto numerosi passi in avanti sul piano della tracciabilità del denaro.
Non soltanto a livello – estremamente facile – degli acquisti online; sul piano della realtà economica più “fisica” ha imposto l’obbligo del dispositivo POS ad esercenti commerciali e uffici, in linea contro l’evasione fiscale, i pagamenti in nero e la mancata fatturazione. Oggigiorno, l’uso di carte bancomat per effettuare la spesa alimentare o per finalizzare altri tipi di acquisti rientra nella cosiddetta normalità. E certamente per coloro che sono adusi a pagamenti di natura complessa ma in contanti, questo cambio di passo li tutela dai temuti controlli dell’Agenzia delle Entrate.
In fondo, con le nuove politiche di convenienza da parte degli istituti di credito, conviene spendere il proprio denaro in formato elettronico per potersi candidare alle numerose forme di cashback che comporta il rimborso di una parte degli importi spesi. Inoltre, in tal modo le spese risultano facilmente giustificabili ai fini – ad esempio – della dichiarazione dei redditi e dunque molte tipologie di importi così assolti sono oggetto di detrazione. Tali e altre agevolazioni fiscali sono estese anche all’utilizzo delle carte di credito, utili (specialmente all’estero) per salvaguardare il tetto disponibile del proprio conto corrente tramite un credito fittizio messo a disposizione dalla banca. Con esse, inoltre, si può superare il limite del contante. Ai titolari viene concesso un fido, il limite massimo di spesa per ogni mese. Innanzitutto, la legge tutela il titolare dal rischio di spendere più del consentito: restando nei limiti del fondi a disposizione si evita di spendere somme aggiuntive per la tenuta della carta. L’uso eccessivamente frequente della carta di credito espone a varie occasione di clonazione: se accade il blocco della carta dev’essere immediato, così come la denuncia. L’utente deve tenere sempre sotto controllo le sue spese, al fine di evitare che costi indebiti siano filtrati da acquisti presso siti di e-commerce non sicuri, ed ogni addebito o anomalia va contestata.