Ecco a chi è andato, nel mese di maggio, l’aumento che ha avviato la ridefinizione della mensilità relativa ai percettori del sostegno ai familiari a carico
Archiviato il mese di maggio, il lavoro non si arresta per l’INPS, si intensifica, anzi. Il tutto mentre le agitate casse dello Stato vedono l’Agenzia delle Entrate alle prese con la presentazione della dichiarazione dei redditi. Terminata la consegna dei modelli 730 precompilati dalla stessa Agenzia, da parte dei contribuenti con una situazione reddituale piuttosto semplificata, ora tocca agli altri cittadini, impegnati nella compilazione con l’aiuto di un commercialista o del servizio di patronato, inviare i modelli entro il prossimo 30 giugno.
I secondi non potranno approfittare della convenienza dei primi, della cui precompilazione possono beneficiare sulla priorità dei rimborsi sul credito d’imposta che verranno avviati da agosto, e dell’assenza di controlli, dato che la documentazione è stata redatta direttamente dall’Ufficio Entrate. Nel frattempo, l’INPS è impegnato nell’odierna tornata per la consegna delle pensioni, la quale sin da subito di una battuta d’arresto: niente paura, come è successo a maggio, la festa del 2 giugno impone una pausa sul calendario previdenziale, dividendo i fortunati con i cognomi alle prime lettere, dai posticipati direttamente al solo sabato della mattina del giorno 3.
Il mese di maggio è stato comunque un mese particolarmente impegnativo, in virtù della intensa attività dalle mille sfaccettare cui sono coinvolte le misure economiche erogate dall’ente previdenziale. Nella cornice di questo lavoro, la delicata fase a cui è giunto il Reddito di Cittadinanza, instradato gradualmente sul suo viale del tramonto entro la fine dell’anno. Dal 1° gennaio 2024, subentrerà definitivamente la nuova MIA, la misura di inclusione attiva, dividendo la platea dei richiedenti in soggetti occupabili, destinati a percepire il Supporto alla Formazione e Lavoro, e in soggetti non occupabili, destinatati all’Assegno di Inclusione.
Per il RdC, inteso nella sua “vecchia” versione, seppure in sette mensilità, si tratta dell’ultima chiamata, scaduta con l’inoltro delle ultime domande al 31 maggio, al fine di percepire il contributo ai redditi più bassi per i mesi di competenza che vanno da giugno a dicembre 2023. Ma la cumulabilità con l’Assegno Unico è stata l’oggetto di una nuova maratona di controlli, i quali hanno posto la lente di osservazione sulla veridicità dei dati e delle variazioni ISEE rese con l’apposito modello RdC AU-Com. Come le altre verifiche INPS in atto, anche queste implicano la sospensione dei pagamenti per tutto il tempo necessario all’accertamento.
L’esito di questi e di altri controlli aventi per oggetto l’Assegno Unico, ha prodotto una serie conguagli a favore degli utenti, i quali, a questo punto, non possono che attendere l’importo mensile integrato. Non prima però dei debiti ricalcoli dell’INPS che ovviamente non comportano tempi piuttosto celeri. I ritardi, per alcuni percettori, si sono tradotti nello spostamento del pagamento, dal 20 maggio ai primi giorni del corrente mese. Arretrati e maggiorazioni possono innalzare anche di 1/5 la rata mensile. Un esempio: un AUU mensile pari a 275,10 euro, con le maggiorazioni dovute alla eventuale presenza di figli disabili minorenni (tutt’oggi non evase dall’INPS), consterà attualmente un’integrazione di 850 euro. L’assegno da attendersi in questi giorni, sarà dunque pari complessivamente a 1.125,10 euro.