Ecco cosa hanno modificato le ultime sentenze della Cassazione nella legislazione in materia. Come avverrà il riconoscimento dell’assegno all’ex coniuge
La famiglia rappresenta un’unità sociale a cui il governo Meloni è particolarmente attento. Non è facile dire se l’interesse abbia una sola direzione ma di fatto l’attuale legge di bilancio contiene regolamentazioni precise in merito alla tutela delle garanzie minime dei nuclei familiari. Per essere più precisi, l’intento pone l’accento sul contesto delle famiglie numerose e a tale scopo sono stati varati diversi provvedimenti. Certamente, si può eventualmente intravede come una cartina di tornasole, ovverosia una velata rete di sottesi disincentivi verso le famiglie dal “formato” più contenuto.
È vero che la legislazione cambia a seconda dell’evoluzione del diritto dopo una lunga. riflessione sulle trasformazioni in atto nella società. Nell’odierno contesto sociale, un nucleo familiare è estremamente differente, nelle sue esigenze basilari, alla famiglia di un secolo fa, ma anche di cinquant’anni fa. I cambiamenti riescono a manifestarsi anche nel giro di una sola generazione. La sfida dell’ordinamento di diritto è quella di preservare il bagaglio di diritti e di doveri della persona (integrandoli con dei nuovi, eventualmente).
Dal punto di vista economico, ma si direbbe anche previdenziale, l’impatto dell’attuale demografia ha un peso tutt’altro che irrilevante all’interno del lavoro del legislatore. Un peso che si riflette in varie modalità ed espressione della legge. Si pensi al tentativo (come accennato) di stimolare la natalità estremamente bassa del Paese mediante misure trasversali, dalle maggiorazioni dell’Assegno Unico fino al contesto pensionistico. Sì, poiché nel conteggio della contribuzione previdenziale sono coinvolte le mamme lavoratrici.
Si pensi, in tal senso, alle recenti modifiche dell’Opzione Donna, lo strumento previdenziale che regola l’uscita anticipata delle lavoratrici dipendenti e autonome una volta che hanno raggiunto i 35 anni del versamento richiesto dei contributi al 31 dicembre 2022; il congedo avviene per età, ma in base al numero dei figli: 60 anni per le lavoratrici senza figlio; a 59 anni, per le donne con un solo figlio; a 58 anni, con due figli e oltre. In questo contesto si inseriscono gli interessi dei singoli coniugi e figli nei casi di separazione e divorzio.
Nella decisione di un giudice di sancire la completa cessazione di un rapporto matrimoniale, dovranno essere definite le situazioni economiche di ciascun soggetto per assegnare quel sostegno economico atto a garantire l’espletamento dei diritti e a realizzare la sussistenza (specie per i figli minorenni o non economicamente autosufficienti). A tal proposito, la sentenza verterà sull’attribuzione del versamento mensile di un assegno di mantenimento a carico del coniuge economicamente più avvantaggiato (ma riconoscendo la legittimazione di chi lo riceve).
Spesso, proprio i continui cambiamenti (a carattere annuale) del tenore di vita, porta la Corte di Cassazione a pronunciarsi per applicare la norma sulla base delle eccezioni che possono verificarsi. Quale oggetto delle ultime sentenze vi è la regolamentazione sul diritto all’assegno di manteniment0 tra coppie dello stesso sesso. Innanzitutto la Cassazione ha chiarito ancora una volta che il riconoscimento avviene a seguito dell’accertamento di evidente inadeguatezza dei mezzi; a questo si aggiungono gli elementi da raccogliere circa: la conduzione della vita familiare, la formazione del patrimonio comune e personale di ciascuno degli ex coniugi, la durata del matrimonio e l’età dell’avente diritto, necessaria per il calcolo dell’assegno. Sul fronte delle coppie omosessuali, l’adeguamento alla Legge Cirinnà tutela la causa di divorzio dalla disparità di garanzie che rispetto alla cessazione di un rapporto fra due coniugi eterosessuali; inclusa la regolare determinazione dell’assegno di mantenimento).