Ecco cosa potrebbe succedere a numerosi percettori del sussidio al reddito con l’imminente verficarsi di questa importante scadenza. Di cosa si tratta
Le crisi economiche vanno tendenzialmente di pari passo con lo sviluppo degli eventi che le hanno causato. Certo, si sa che la componente che contribuisce al prolungamento dell’attuale declino economico è rappresentata dall’inflazione. Essa si è espresse e si esprime al massimo del suo potenziale non soltanto in Italia, ma anche nel contesto europeo. A riprova di ciò, è dallo scorso autunno che l’inflazione ha inseguito l’orizzonte delle due cifre percentuali. Obiettivo centrato, naturalmente.
A fronte di questo rialzo, la Banca Centrale Europea ha agito in direzione dell’aumento dei tassi di interesse riguardanti il costo del denaro e degli scambi. Questa, d’altronde, costituisce la “terapia” di contrasto nei confronti dell’inflazione. Gli effetti però sono stati estremamente parziali. È vero che sono stati prodotti tassi di rendimento senza precedenti per le giacenze a breve termine; ma al contrario si è avuto altresì un crollo dei mutui, dovuto ai relativi interessi sia nell’ordine del tasso fisso che del tasso variabile.
RdC, il prossimo mese potresti non avere ricarica: cosa sta per scadere
Pertanto, in poche settimane, il crollo dei mutui si è manifestato con il calo della richiesta di finanziamenti per l’acquisto degli immobili nei confronti degli istituti di credito. Questa è la fotografia rispetto alla richiesta; chi invece è stato alle prese con la restituzione in essere del debito, ha assistito impotente all’aumento delle rate con punte che hanno raggiunto i 250 euro in più, ogni mese. Il discapito della condizione di proprietà di una casa ha avuto l’effetto di incentivare la ricerca degli affitti.
Su un fronte più generale l’inflazione si è tradotta nel noto picco dei prezzi relativi ai beni di consumo, con l’accaparramento dei beni essenziali a rischio per le fasce più svantaggiate dei consumatori. Di riflesso, ha tuttora luogo il progressivo calo del potere d’acquisto, fiancheggiato dalla riduzione della capacità di risparmio. Lo spettro dell’impoverimento si è rivelato, per molte famiglie, nella necessità di fronteggiare gli esorbitanti importi delle bollette energetiche recapitate nei mesi scorsi.
Quello del processo di impoverimento nelle famiglie italiane è un tema piuttosto conosciuto dalle istituzioni, a tal punto che nel 2019 le condizioni storiche sono apparse favorevoli per la comparsa senza precedenti di una misura previdenziale ad hoc: si sta parlando del Reddito di Cittadinanza. In tale contesto lo strumento erogato direttamente dall’INPS si dipana in due ordini di scopi: il contrasto alla povertà; il reinserimento nel processo di inclusione sociale e professionale. L’erogazione non si concretizza senza la sottoscrizione del lavoratore al Patto sociale firmato congiuntamente con il Centro per l’impiego.
Il RdC volge oramai sulla strada della cessazione definitiva che avverrà il 31 dicembre 2023. Dal 2024, subentrerà definitivamente la nuova MIA, la misura di inclusione attiva, che si esprimerà in sottomisure quali il Supporto alla Formazione e Lavoro per i soggetto occupabili e l’Assegno di Inclusione per i percettori non occupabili. Il 31 maggio 2023 simboleggia l’ultimo giorno dell’ultima domanda per aderire al RdC in 7 mensilità; dunque, la copertura dei pagamenti va da giugno alla competenza di dicembre. Poche ore ancora per inviare la domanda telematicamente all’INPS in piena autonomia o con l’ausilio del servizio di patronato. Al contrario, la misura cessa alla stessa data.