Con la presentazione del modello 730, non occorre dichiarare soltanto il patrimonio, ma anche le entrate da reddito e i risparmi. Vi sono eccezioni?
La crisi economica ha acuito in termini preponderanti il ruolo dei risparmi, specialmente se necessari ad affrontare le questioni che affliggono di più una famiglia, svantaggiata o meno. Come spesso si sottolinea non superficialmente, la presenza dei figli è un fattore prioritario, e dunque il sostegno economico non dev’essere assente nell’ottica di finanziare la loro crescita, la maturità, l’educazione e l’istruzione; insomma, senza far mancare le istanze di base, essenziali alla formazione di una persona.
Lo Stato, tramite l’intenso lavoro dell’INPS, mette a disposizione dei nuclei familiari l’importante misura dell’Assegno Unico e universale, destinato a ciascun figli minorenne o disabile a carico. Lo strumento previdenziale viene rilasciato a tutti i nuclei descritti, a prescindere dal censo; la dichiarazione sostitutiva dell’ISEE contribuisce esclusivamente a variare la congruità importo. Per le famiglie, però, i risparmi restano l’unità di soccorso in caso di imprevisti e al contempo l’auspicio per ipotecare un futuro sufficiente gratificante per i propri figli.
In queste settimane, l’INPS, nel contesto delle somme per sostenere le condizioni domestiche dei nuclei, sta provvedendo al pagamento delle somme integrative a titolo di rimborsi e conguagli, in attesa di restituzione da parte degli utenti. Si tratta di vere e proprie situazioni debitorie nei confronti dei percettori delle sue stesse misure. Ciò è avvenuto e sta avvenendo nell’ambito delle pensioni; tra queste ultime, i riceventi delle pensioni minime devono ancora attendere gli aumenti previsti da gennaio.
Coinvolti in questa istanza di annullamento debito anche i pagamenti del Reddito di Cittadinanza e dell’Assegno Unico, ancora una volta. Tale lavoro si interseca con lo svolgersi dell’altro, intensissimo calendario; quello dell’Agenzia delle Entrate, alle prese con l’iter di presentazione dei redditi. Per alcuni contribuenti, con situazioni reddituali piuttosto semplificate, l’adempimento si chiude a breve, il 31 maggio 2023, termine ultimo della presentazione del modello 730 precompilato dalla stessa Agenzia.
A parte eventuali rettifiche e integrazioni, l’iter abbreviato consente di evitare le verifiche dell’Agenzia (visto che da essa è stato redatto il modello 730); in secondo luogo, si è tra i primi a ricevere gli eventuali rimborsi del credito d’imposta. Alla fine di giugno risale invece la scadenza per i contribuenti che sono assistiti nella compilazione dal servizio di patronato del CAF o da un commercialista, oppure provvede in piena autonomia; ad essi l’impegno di includere i giustificativi delle spese incluse nelle detrazioni. Nella dichiarazione dei redditi, oltre alle entrate derivanti da più sostituti d’imposta (o da nessuno, come le partite iva), occorre dichiarare, appunto, i risparmi. Ma attenzione: i diffusi libretti di risparmio emessi da Poste italiane, sono già soggetti ad un prelievo derivante dall’imposta sostitutiva Irpef (è pari al 26%), la stessa che viene applicata alle plusvalenze. Dunque, l’intestatario del libretto è esente dall’inserirlo tra gli obblighi dichiarativi derivanti delle somme depositate. Al contempo l’Agenzia delle Entrate è già a conoscenza di questi stessi libretti, grazie all’incrocio dei dati con l’Anagrafe Tributaria, gli istituti di credito e Poste Italiane. Al contrario, l’importo del libretto viene incluso nella giacenza media, e di conseguenza nel calcolo ISEE.