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Busta paga, aumento a luglio per gli insegnanti: di quanto sarà

Quali sono gli incrementi previsti a partire dal mese di luglio sulla busta paga degli insegnanti, ecco le cifre

Insegnante (Foto Adobe – pensioniora.it)

Una delle categorie di dipendenti maggiormente al centro di discussioni, polemiche ed episodi di cronaca è forse quella degli insegnanti. Una professione certamente fondamentale per il ruolo che svolge nella società, secondo alcuni non adeguatamente riconosciuto. Il reclutamento e la formazione del personale scolastico coinvolto nei processi educativi e didattici delle giovani e giovanissime generazioni è sottoposto costantemente a modifiche e trasformazioni.

A dimostrazione della necessità di definire sempre con maggior attenzione il ruolo e la funzione dell’insegnante, al passo con i cambiamenti sociali e culturali. Un percorso estremamente complicato, ma con il traguardo non sempre raggiunto pienamente. Basta pensare alla questione della retribuzione, valutata del tutto insufficiente se paragona a quella degli insegnanti in Europa.

Busta paga degli insegnanti cosa accadrà a luglio

Insegnante (Foto Adobe – pensioniora.it)

In effetti, esiste una forte distanza tra gli stipendi percepiti dagli insegnanti europei e quelli dei loro colleghi italiani, soprattutto nei primi anni di carriera. Quella delle retribuzione non adeguate resta così un problema molto sentito da tutta la categoria, con discussioni che sembrano non avere conclusione. Basta pensare al rinvio del pagamento dell’emolumento accessorio una tantum, previsto dalla legge di bilancio 2023 fino alla fine dell’anno.

Comunque a gettare acqua sul fuoco ci sarà l’aumento dello stipendio derivante dal taglio del cuneo fiscale, incrementato di ulteriori 4 punti percuntuali a partire dal mese di luglio. Si tratta dell’esonero contributivo, che coinvolgerà tutto il mondo del lavoro dipendente, da luglio fino a dicembre dell’anno in corso con quote e percentuali diverse sulla base dello stipendio percepito.

L’esonero contributivo è del 2 per cento per retribuzioni con importi mensili non superiori a 2.692 euro; mentre è del 3 per cento per le reribuzioni mensili che non superano i 1.923 euro. A queste percentuali, fino al mese di dicembre, un ulteriore sgravio del 4 per cento. Complessivamente l’esonero contributivo sarà del 6 per cento per stipendi mensili non superiori a 2.962  euro lordi e del 7 per cento per le retribuzioni lorde non superiori a 1.923 euro al mese. Ma a quanto può corrispondere per un insegnante questa variazione? Vediamo qualche cifra.

Gli aumenti negli stipendi degli insegnanti

Busta paga (Foto Adobe – pensioniora.it)

La prima osservazione da fare è che l’ammontare degli aumenti dipenderà dal tipo di contratto e dall’anzianità di servizio, nonché dall’ordine e grado del’istituto presso il quale si insegna. Per fare una stima provvisoria si può dire che l’intervento confermato con il decreto Lavoro di inizio maggio, avrà degli effetti che non intaccheranno la quota contributiva versata e non modificherà la tredicesima che resterà uguale.

Inoltre il beneficio è fisso e a percentuale uguali per tutti i dipendenti e quindi di fatto avvantaggia i redditi più alti tra quanti che ne hanno diritto. Significa che gli aumenti in busta paga saranno maggiori per chi guadagna di più, con stipendi più alti. Ecco in dettaglio una stima. Per i redditi fino a 25mila euro lordi all’anno, l’aumento da luglio a novembre sarà di al massimo di 51 euro al mese.

Invece i redditi più alti, quelli fino ai 35mila euro lordi all’anno, troveranno in busta paga, a partire da luglio 2023, circa 61 euro in più fino a novembre. Lo scopo dell’intevento governativo è quello di incrementare le buste paga, sostenendo i redditi. Ma senza aumentare realmente gli stipendi, perché le cifre aggiuntive sono quelle sgravate dai contributi dei lavoratori e coperte direttamente dallo Stato, per limitare la rincorsa salari prezzi.

Pubblicato da
Vincenzo Pugliano