Pensioni reversibilità, scattano controlli INPS: chi riguarda

Alcuni pensionati titolari di pensione di reversibilità sono sottoposti a controlli da parte dell’INPS: ecco tutti i dettagli

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controlli INPS pensione di reversibilità (Foto Adobe-pensioni.it)

I pensionati presenti in Italia a partire dal 2023 sono circa 18 milioni. Si tratta di persone che, finalmente, dopo decenni di duro lavoro possono godersi il tanto meritato riposo ricevendo o prelevando ogni mese l’assegno pensionistico. L’entra nel mondo della pensione è un vero e proprio evento per i neo pensionati che spesso organizzano feste con i colleghi per celebrare il traguardo raggiunto.

In Italia esistono diversi tipi di trattamenti pensionistici e spesso, i requisiti per accedervi, cambiano repentinamente a seconda dei vari governi che si succedono. In questo articolo di Pensioni Ora poniamo, però, il nostro interessa sulle pensioni di reversibilità dal momento che, proprio in questi giorni, sono scattati dei controlli da parte dell’INPS. Vediamo i dettagli.

Pensione reversibilità: INPS avvia una serie di controlli

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controlli INPS pensione di reversibilità (Foto Adobe-pensioni.it)

L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha reso noto di aver applicato una sentenza della Corte Costituzionale dello scorso anno che riguarda alcuni percettori della pensione di reversibilità. I controlli dell’INPS riguardano i pensionati appartenenti al regime pubblico, ovvero Ex Inpdap, che sono titolari di pensione ai superstiti.

A partire proprio dal rateo del mese di maggio che l’INPS sta controllando le posizioni reddituali dei beneficiari di questo tipo di pensione relativi al 2020 e fissando anche il recupero di potenziali debiti nel corso del mese di agosto. Le verifiche, rese note attraverso un messaggio pubblico dell’INPS, si avvalgono dei dati incrociati dell’Agenzia delle Entrate.

I controlli interessano solo le situazioni reddituali dei percettori di pensione ai superstiti che appartengono al regime pubblico. Le informazioni acquisite dall’INPS riguardano le informazioni trasmesse dal Fisco sui redditi e altre informazioni tra cui i redditi di pensione presenti nel casellario centrale dei pensionati.

Le verifiche sono state operate sulla rata di maggio 2023 sulla base dei redditi relativi alle dichiarazioni 730/CU/Redditi 2020 (riferiti al 2019) e del casellario centrale degli anni 2019 e 2020. Le verifiche hanno anche conto di una sentenza della Cassazione che prevede l’illegittimità di cumulo della pensione di reversibilità con altri redditi aggiuntivi del beneficiario.

Nel caso in cui le verifiche portano alla luce che la pensione è stata corrisposta in misura superiore a quella spettante, allora il recupero dei debiti avverrà a partire dal mese di agosto 2023. Tale recupero, poi, avverrà con trattenute di un quinto dell’importo complessivo della pensione, comprensiva d’indennità integrativa speciale, al netto dell’Irpef e in un massimo di 60 rate.

Nel caso in cui il pensionato in questione è poi titolare anche di un altro trattamento, allora l’importo possibile residuo non sufficiente sulla reversibilità, sarà recuperato anche sull’altro trattamento previdenziale. Il recupero dell’eventuale residuo avverrà con emissioni di avviso di pagamento PagoPa o con trattenuta su pensione della gestione privata, ferma la possibilità per la sede Inps di convocare il pensionato per concordarne le modalità.

Tutti coloro che sono soggetti a tali controlli da parte dell’INPS e risultano essere a debito con l’Istituto, riceveranno una notifica ad hoc con le relative modalità di recupero. Inoltre, entro 30 giorni, il pensionato può contattare l’Inps per produrre ogni documentazione utile all’eventuale rettifica della situazione accertata.

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