Entro la fine di questo mese si può sottoscrivere questa vantaggiosa promozione, specialmente se si hanno bassi requisiti anagrafici. Di cosa si parla
A condannare le curve e le variabili economiche ad andamenti inesorabili tali da condizionare le entrate di famiglie e cittadini, e soprattutto le uscite, con i costi e gli esborsi da fronteggiare, ci pensa l’inflazione. Questa componente rappresenta l’ago della bilancia di una situazione economica collettiva, e dunque di un Paese, nel bene e nel male: non a caso, la circostanza più emblematica è stata rappresentata dalla fase appena successiva all’emergenza sanitaria: in tale contesto, l’inflazione ha infatti rappresentato l’unità di misura della crescita nazionale.
C’è da considerare che dopo lo stop prolungato di una vasta parte delle attività produttive, si può parlare di una resurrezione del PIL che di una vera crescita. Se crescita è stata, è stata fisiologicamente prevista, al netto delle perdite complessive che l’epidemia a prodotto sul piano lavorativo. Dopo l’exploit del prodotto interno che da decenni non conosceva una crescita tra il 5 e il 7%, è arrivata la crisi ucraina ha riportare le rosee aspettative con i piedi per terra.
L’inflazione, come si sa, nel contesto del conflitto scoppiato in Ucraina, ha avviato il suo percorso a partire dalla speculazione internazionale dell’energia. Boccone sin troppo facile per i mercati, i quali hanno approfittato di una cornice quale quella della dipendenza energetica di cui soffre endemicamente l’Europa. Il passo è stato breve e consequenziale quello di declinare l’escalation sul piano del costo della vita dei cittadini europei; fenomeno, questo, estremamente evidente in Italia nell’ultimo anno e mezzo.
Dunque, l’aumento del costo della vita ha articolato il suo linguaggio inizialmente su due filoni della vita dei singoli cittadini: all’interno dell’accaparramento quotidiano dei beni essenziali, quindi mediante l’aumento dei prezzi; e l’altrettanto grave riduzione della capacità di risparmio, parallela alla spesa degli eventuali risparmi accumulati in passato. A ciò bisogna aggiungere i termini macroeconomici degli effetti inflazionistici: il costo del denaro e degli scambi si è innalzato sotto la spinta presuntivamente terapeutica della Banca Centrale Euopea, la quale ha provveduto ad innalzare i 31 maggio 2023.
Ovviamente, quando si sente parlare di tassi di interesse, il primo ambito che viene in mente è quello dei mutui; poi indubbiamente su finanziamenti e prestiti in generale. Non bisogna dimenticare che l’innalzamento dei tassi riguarda anche quelli relativi ai titoli di risparmio, quali i buoni fruttiferi, all’insegna soltanto che di vantaggi sul rendimento. Al contrario, quello dei mutui è stato un conteso fortemente penalizzato: sia rispetto a chi era in procinto di sottoscriverne uno, sia verso coloro che sono nel pieno della restituzione delle rate. In questi giorni, è in scadenza l’offerta “anti-crisi” per i mutui. È vero, non riguarda qualsiasi sottoscrittore, ma in virtù dei vantaggi statali offerti ai giovani, la banca Intesa SanPaolo ha realizzato il suo Mutuo Giovani. La promozione è legato ai sottoscrittori under 36; si tratta di un mutuo a tasso fisso, con durata fra i 35 e i 40 anni. Rispetto alle offerte concorrenti, le spese d’istruttoria sono dimezzate e il capitale finanziabile può raggiungere l’80% del valore dell’immobile. Mancano pochissimi giorni per prendere l’appuntamento e sottoscrivere l’offerta: scade infatti il 31 maggio 2023.