Ancor prima che il mese corrente termini, alcuni percettori del sostegno alle famiglie non riceveranno il consueto importo sul rateo, ma un altro. Perché
La fine del mese di maggio si annuncia al cardiopalma. No, non dal punto di vista delle temperature che cominceranno a dare filo da torcere alla tolleranza nei confronti della canicola estiva; bensì da un punto di vista della previdenza sociale, nel quale l’INPS è impegnato a svolgere molteplici attività in un momento particolarmente delicato per l’economia nazionale. Le situazioni economiche appartenenti ai nuclei familiari si intersecano con l’altrettanto e articolato quadro globale della crisi.
L’inflazione non cede di un millimetro la sua corsa e i tassi di interesse restano alle stelle; ma per intendersi, l’impatto integrativo sulle rate dei mutui, così come sui prezzi al consumo, deriva dal costo del denaro e degli scambi deciso dalla Banca Centrale Europea, in rialzo come forma di contrasto al decollo inflazionistico. Pertanto, il differenziale della crisi economica ricade sulle famiglie di lavoratori e pensionati che lo colmano tramite i risparmi (quando ci sono o bastano), destinati a non essere rinnovati.
Le famiglie, nel bene e nel male, sono al centro della politica economica del governo Meloni. Le circostanze globali impongono sempre più spesso un taglia e cuci delle misure economiche di sostegno che rischia di vanificare ogni sforzo di tenuta del tessuto sociale, specialmente oggigiorno in cui si cela lo spettro della recessione. Da un lato, la stessa lotta alla povertà inaugurata nel primo trimestre del 2019 dal varo del Reddito di Cittadinanza, viene oggi diluita dalla sempre più vicina cessazione del contributo.
Ben inteso, si inaugurerà una nuova stagione, tramite la nuova MIA, la misura di inclusione attiva, a sua volta sommatoria di un pacchetto di sottomisure. In generale il nuovo RdC sarà meno generoso e pone dei paletti estremamente stringenti: a partire dal diverso trattamento economico e dalla divisione della platea candida in soggetti occupabili e soggetti non occupabili. Da qui, la suddivisione in percettori del Supporto di Fomazione e Lavoro, e in percettori dell’Assegno di Inclusione.
La nuova versione del Reddito sarà comunque cumulabile, all’interno di un nucleo con figli minorenni o disabili a carico, con altre tipologie di misure previdenziali. Ereditata dal passato e indenne al presente, la cumulabilità con l’Assegno Unico e universale per le famiglie resta. Con tutte le difficoltà del caso, tra l’altro. Quali sono? In questo mese, l’INPS, come già è successo nel mese precedente, è nel pieno dei pagamenti di arretrati e conguagli, spesso prodotti dal blocco delle erogazioni a carico di percettori sotto accertamento dell’ente. Tali verifiche possono rimandare lo sblocco di varie settimane, se non per mesi. Dunque, con l’apertura (proprio a maggio) della nuova annualità previdenziale, l’Istituto provvede ad appianare tutte le situazioni debitorie (credito delle casse INPS permettendo). L’atteso accredito del 20 maggio è stato cancellato per molti percettori, che rischiano di attendere i primi giorni di giorni. Il motivo è dovuto ai ricalcoli conseguenti ai controlli, derivanti da: variazioni dell’ISEE; liquidazione delle settima/ottava mensilità di gravidanza; maggiorazioni dovute alla rivalutazione ISTAT; conguagli per dati discordanti sui componenti della famiglia; operazioni di rettifica dell’ISEE 2022; maggiorazioni per i disabili; ricalcolo per la presenza di figli successivi al secondo; rideterminazione per cumulabilità con il RdC; importi riconosciuti alle domande AUU presentate prima del 30 giugno 2022.