Smartworking, nuove regole: cosa cambierà da luglio

Ecco come sono state modificate le norme che regolano le attività dei lavoratori che operano tra le mura domestiche. Quali sono stati i cambiamenti

Smartworking (Foto Adobe – pensioniora.it)

Come si sa, è stata fatta di necessità, virtù. Quella dello smartworking – viziata nomenclatura del più corretto remote working – in sostanza, del lavoro da casa, è una realtà sperimentata da molti anni nelle aziende più avanzate, specie nei Paesi più avanzati in fatto di organizzazione del lavoro. In Italia, per avere una diffusione del fenomeno piuttosto massiccia, occorre attendere i tragici eventi del contagio da la data di inizio e di cessazione delle prestazioni di lavoro rese in modalità agile.

L’emergenza sanitaria che ha fondamentalmente imposto un esteso stop produttivo e professionale, ha rappresentato il terreno di sperimentazione di questa inedita modalità di lavoro, almeno nel campo dell’amministrazione, sia pubblica sia privata, e nel lavoro d’ufficio in genere. Al termine dell’emergenza, lo smartworking è stato oggetto di diverse proroghe da parte dei decreti succedutisi, limitando l’applicazione ai soggetti fragili.

Smartworking, nuove regole: cosa succede senza ulteriori deroghe

Smartworking (Foto Adobe – pensioniora.it

Le categorie di lavoratori che hanno continuato a beneficiare, dal febbraio 2023 dello smartworking sono state quelle dei lavoratori fragili del settore pubblico e privato, oltre i lavoratori pubblici e privati maggiormente esposti al rischio di contagio da Coronavirus. Il lavoro agile è stato concesso anche nei confronti dei genitori, lavoratori dipendenti del settore privato, con almeno un figlio minore di 14 anni a carico.

Nel frattempo le proroghe si sono fatte sempre più brevi, e vengono rinnovate con nuovi decreti. Quando vengono rinnovate, appunto. Le attuali indicazioni potrebbe infatti cessare, senza ulteriori rinvii, al termine ultimo del 30 giugno 2023. In famiglia, intanto, l’altro genitore non dev’essere beneficiario di strumenti di sostegno al reddito per sospensione o cessazione dell’attività lavorativa, tantomeno un genitore non lavoratore.

Senza ulteriori deroghe, dal 1° luglio tutti i soggetti potrebbero tornate a lavorare in presenza. In tale prospettiva, non detto che la forma di smartworking sparisca per sempre: significa che l’accesso al lavoro agile sarà consentito da un accordo individuale tra azienda e dipendente. Circa questa casistica, è obbligo del datore di lavoro trasmettere telematicamente entro 5 giorni, i nominativi e i dati relativi ai lavoratori coinvolti, al Ministero del lavoro, incluse le date di inizio e di cessazione delle prestazioni di lavoro rese in modalità agile.

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