A breve tantissimi italiani dovranno effettuare il versamento per il pagamento dell’IMU: ecco cosa accade se non si paga
Tutti gli italiani che possiedono un immobile sanno che devono pagare l’IMU, l’imposta sul possesso di beni immobiliari istituita dal governo Monti del Dl Salva Italia e che riguarda fabbricati, terreni agricoli e aree fabbricabili. Le aliquote di pagamento sono decise dai singoli Comuni ed è quindi alle norme locali che bisogna rifarsi per i pagamenti da effettuare.
A seconda dell’immobile è quindi applicata un’aliquota ordinaria che, come detto, è gestita dai singoli Comuni. Il prossimo 16 giugno si dovrà pagare la prima delle due rate dell’IMU (la seconda rata si paga a dicembre) e in molti si chiedono cosa accade se non si paga l’imposta entro la data prefissata.
IMU, cosa accade se non si paga l’acconto il 16 giugno?
Il 16 giugno 2023 scade il termine stabilito per versare la prima rata IMU 2023, la nuova imposta comunale in vigore dal 2012, il cui gettito finirà in parte nelle casse comunali e in parte in quelle erariali. Dovranno pagare l’imposta i proprietari delle “seconde case” e di immobili di determinate categorie catastali. L’importo dell’imposta è stabilito dal Comune e va versato in base all’aliquota deliberata dal Comune per i 12 mesi precedenti.
Il pagamento della prima rata o acconto IMU deve essere effettuato con il modello F24 e l’acconto del 16 giugno deve essere pari ad almeno la metà dell’imposta dovuta in base alle aliquote dell’anno precedente. Tuttavia in caso di piccoli importi può essere più pratico versare tutto in una volta. Ma cosa accade a chi non paga l’IMU entro la data stabilita?
Dopo la scadenza del 16 giugno i contribuenti possono regolarizzare il versamento tardivo. Il contribuente moroso può sfruttare l’istituto del ravvedimento operoso per mettersi in regola con i pagamenti non effettuati entro le scadenze fissate. Il ravvedimento operoso permette di evitare di incorrere in provvedimenti forzosi.
Il contribuente, tramite il ravvedimento operoso, dovrà pagare una maggiorazione all’importo dell’imposta dovuta versando sanzioni ed interessi. Ovviamente maggiore sarà il ritardo sul pagamento e più alta sarà la percentuale da applicare, che varia a seconda dei giorni di mora del contribuente.
Sulla base del tempo rispetto la scadenza in calendario il ravvedimento può essere super breve se effettuato entro 14 giorni dalla scadenza prevista; breve se si provvede al versamento entro 30 giorni dalla scadenza prevista, più precisamente dal 15° al 30° giorno. Ancora può essere medio se il pagamento avviene entro 90 giorni o lungo oltre i 90 giorni di ritardo.