Ecco quando il persistere di un debito non riscosso può attivare le gravi sanzioni penali nei confronti del titolare della cartella. Cosa potrebbe succedere
Quando il governo Meloni si è ufficialmente insediato a Palazzo Madama, era immaginabile che la manovra si sarebbe concentrata sugli effetti dell’attuale crisi economica iniziata con l’escalation sia degli eventi bellici sia sull’energia. Oltre che globali, gli effetti più pesanti sono stati quelli in ordine individuale, o perlomeno sul piano dell’eventuale presenza di un nucleo familiare.
L’azione deteriore si è tradotta nell’erosione dei redditi favorita dalla pressione dell’inflazione che ha già da tempo superato il muro delle due cifre percentuali; una soglia questa a cui l’urgente rivalutazione ISTAT, su pensioni e altre tipologie di entrate, fa fatica mantenere il rettifilo. Pertanto, la conseguenza più tangibile si è rivelata la progressiva riduzione del potere di acquisto, oltre la diminuzione della capacità di risparmio.
Le prime misure della manovra di governo sono state volte ad impegnare circa due terzi delle risorse finanziarie dello Stato per offrire strumenti di sostegno, principalmente, al pagamento delle bollette relative alle rincarate utenze domestiche, oltre ad ampliare i contributi economici, specie alle famiglie. Come è prevedibile, questo sforzo extra dettato da una situazione straordinaria, ha imposto una poderosa politica di finanziamento.
Come spesso avviene per andare in soccorso alle fiacche finanze dello Stato, ed in particolare alle casse INPS, anche l’ultimo esecutivo è ricorso a quella che oggi è denominata la Rottamazione quater delle cartelle esattoriali. Dopo l’incasso agevolato dei debiti da parte del governo Conte nei tempi post emergenza sanitaria da Covid, la nuova misura prevede lo stralcio automatico per i debiti 2000-2015 fino a mille euro, il pagamento superscontato per le somme esigiti fra i mille e i 3mila euro.
C’è tempo fino al 30 giugno 2023 per chiedere la sanatoria che per le somme fino a 3mila euro è riservato lo sconto del 50 cento su interessi interessi e sanzioni, oltre ad un piano diluito di rateazione. Il persistere di un debito non pagato, non approfittando dunque di simili iniziative, finisce per condurre a conseguenze molto gravi. Una di queste è il pignoramento dei beni, ma non è escluso che se venga riconosciuto il reato di insolvenza fraudolenta, scattino le temute sanzioni penali. Pertanto, il proposito di non adempiere al pagamento può portare alla condanna a due anni di reclusione, oltre al pagamento di una multa fino ad 516 euro.