Tra i beneficiari della carta dedicata alla spesa, non tutti i percettori di forme di sussidio sono inclusi. Ecco quanto vale il requisito della Naspi
Come si è visto in tempi piuttosto rapidi, poco più di un anno fa, la crisi iniziale presentatasi sotto le doppie spoglie della guerra e dell’energia, è approdata velocemente nelle tasche dei cittadini europei, in particolare gli italiani. L’economia già provata e sulla strada della convalescenza dopo l’emergenza sanitaria da Covid-19, è stata ed è tutt’oggi martellata dalla componente che ne ha misurato l’iniziale crescita post contagi: l’inflazione.
Il fattore inflazionistico si è abbattuto sui redditi delle famiglie più svantaggiate erodendo altresì la capacità di risparmio e aprendo così un fronte di ricerca dei crediti per soddisfare le esigenze di sussistenza concernenti tutti i componenti familiari. In qualità di agente esterno, l’inflazione ha colpito le disponibilità economico provvedendo al rialzo generalizzato del costo della vita.
L’incremento del costo della vita, sotto il profilo più canonico, si materializza con l’aumento dei prezzi al consumo, proprio – ribadendolo – in virtù dell’inflazione. Il rialzo inizia dalla lavorazione e dalla produzione delle materie prime; il resto del gap inflazionistico è prodotto dalla speculazione dei mercati internazionali, e dunque dagli scambi. In ambito del costo del denaro, l’azione di detrimento è dato dall’innalzamento dei tassi di interesse, la quale costituisce la pesante cura delle banche centrali.
Insomma, le conseguenze all’interno delle mura domestiche si sono tradotte in un’oggettiva difficoltà a realizzare compiutamente la spesa, a partire da quella alimentare, da parte delle famiglie con maggiori difficoltà economiche. In un quadro complesso, i bonus e i sussidi possono coprire soltanto una parte degli esborsi, se di mezzo vi sono anche il pagamento dell’affitto, oltre l’assolvimento delle bollette sulle utenze di casa.
Già a suo tempo, l’INPS aveva messo a disposizione la Carta Acquisti, erogata in collaborazione con Poste Italiane, proprio per finanziare la spesa nei supermercati (principalmente) con accrediti bimestrali da 80 euro. Ora, anche il governo Meloni ha la sua carta anti-povertà. Si tratta della Carta Risparmio Spesa, voluta dal Ministero dell’Agricoltura e dell’Economia, e appena autorizzata con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. Il nuovo contributo economico sarà ufficialmente attivo dal prossimo 1° luglio e costituirà un buono una tantum da 382,50 euro. Potranno richiederla coloro che vantano un ISEE fino a 15mila euro, ma tra questi sono esclusi i percettori del Reddito di Cittadinanza, indennità di mobilità, fondi di solidarietà per l’integrazione del reddito, cassa integrazione guadagni, nonché – ebbene sì – di Naspi.