Di fronte al rincaro dei mutui, specialmente di quelli variabili, ecco come ci si può difendere e portare avanti il proprio progetto di acquistare una casa
Sì, non è facile oggigiorno concretizzare uno dei desideri più ricorrenti e oltremodo fisiologici: ovverosia, l’acquisto di una casa. O per meglio dire, l’acquisto della prima casa, per molti giovani ma non solo; per molte neocoppie, ma non solo. Il problema è la mancanza di denaro? Certo, se non c’è il minimo indispensabile per una caparra, occorre sobbarcarsi un mutuo – quando viene autorizzato – al cento per cento.
L’attuale questione è però di un’altra tipologia: le condizioni, al presente, che accompagnano questi finanziamenti. Sfavorevoli, ovviamente. Si tratta di condizioni che hanno accumulato un buon numero di concause con l’attuale crisi economica: perché, occorre ricordarlo, quella che si protrae da più di un anno, non è una crisi soltanto energetica, ma si tratta di una crisi sistemica e globale, di tipo economico-finanziario.
Pertanto, per effetto dell’inflazione, una delle conseguenze registrate dalla crisi ha riguardato l’aumento non soltanto delle bollette, e del costo generalizzato della vita, ma anche l’incremento dei tassi di interesse. L’ulteriore balzo si è avuto lo scorso autunno, dopo la tregua estiva. Il rimbalzo dell’inflazione ha avviato dunque una nuova campagna di contrasto da parte della Banca Centrale Europea.
La “cura”, molto pesante, intesa dalla ricchezza europea si traduce nel rialzo dei tassi di interesse. Ciò ha annullato la reciproca convenienza dei mutui sia a tasso fisso sia a tasso variabile. Pertanto il danno ha chiamato in causa i potenziali sottoscrittori, che nel frattempo si sono dirottati alla ricerca di affitti; ma pure dei titolari in essere delle restituzioni del credito, i quali si sono visti aumentare la rata fino a punte di 250 euro mensili.
Non c’è, quindi, niente di peggio che optare oggigiorno per il passaggio dal mutuo fisso a variabile. Il tasso variabile potrebbe oggi produrre una maggiorazione di 4.200 euro su una restituzione annua. Inoltre, facendo una simulazione per un mutuo variabile trentennale di 150.000 euro il TAEG fino al quarto trimestre 2021 era commisurato allo 0,48%, quindi con una rata pari a 442 euro, contro il TAEG del fisso a 1,04%, cioè una rata di 481 euro al mese. Ad oggi, le percentuali sono rispettivamente schizzate rispettivamente a 3,62% e 3,17%, tradotte in un +221 euro e +150 euro al mese. Non esiste un bonus inflazione al momento che aiuti a sostenere questi aumenti, se non l’iniziale defiscalizzazione operata dal bonus mutui per i soli under 36.