Nuovo comunicato da parte dell’INPS sul fronte del rapporto tra lavoro e famiglia; si registra un innalzamento delle misure relativo al congedo. I dettagli
A partire dall’insediamento del governo presieduto dal premier Giorgia Meloni, il tema della famiglia è stato istituzionalmente declinato sotto varie forme (ovviamente sotto forma di tutela). È stato abbracciato nel novero del principio di garanzia sin dall’inizio della crisi energetica ed economica scoppiata più di anno fa, con bonus dedicati al sostegno delle bollette, in particolare da parte delle famiglie numerose.
La legge di bilancio ha proseguito con la proroga di diverse misure previdenziali ereditate negli ultimi anni, e dunque il rinnovo di bonus sociali concentrati sulle nascite, la maternità (con o senza lavoro, il supporto degli asili nido, oltre al rafforzo dell’Assegno Unico e universale per i nuclei con figli minorenni o disabili a carico; e infine la “breve” proroga del Reddito di Cittadinanza.
Congedo parentale, annuncio INPS, arriva questo incremento
Le nascite, o allargando lo spettro tematico, la demografia, rappresenta un ambito che sta particolarmente a cuore al governo a trazione centro-destra. Non solo; fattualmente, lo stimolo a fare figli non è stato dato in forma di contributi economici e di detrazioni che si riflettono nella dichiarazione dei redditi. Anche quando si avvicina il momento della pensione, la presenza dei figli avrà un peso non di scarsa rilevanza per la donna, in particolare.
In fondo, così funziona l’Opzione Donna. A regolare l’uscita anticipata delle lavoratrici sarà il fattore del numero dei figli, valido sia per le dipendenti sia per le autonome: uscita con un anno di anticipo (59 anni), con un solo figlio; con due o più figli, l’uscita dal lavoro si anticipa a due anni (58 anni). Le novità scorrono anche sul fronte dell’assistenza previdenziale gestita dall’INPS.
In particolare, il tema è quello del congedo parentale in rapporto al profilo lavorativo e retributivo. L’ente previdenziale fa dunque sapere di aver innalzato il congedo dal 30 all’80% della retribuzione. Il limite della misura consiste nella validità di un solo mese rispetto ai tre previsti per ciascun genitore (non trasferibili all’altro). Pertanto, bisogna avvalersi dell’unica mensilità indennizzata entro i 6 anni di vita del minore; in caso di adozione o affidamento, entro i 6 anni dall’ingresso in famiglia. Tale provvedimento si applica ai congedi di maternità o di paternità successivi al 31 dicembre 2022.