L’Agenzia ha appena attivato un nuovo iter di controlli che questa volta si concentrerà su questi lavoratori autonomi o con contratti di collaborazione
Il mese di maggio rappresenta il mese per antonomasia, cruciale per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Si aprono dunque le danze per assolvere al primo e più importante adempimento a carico del contribuente italiano. E fare le cose per bene paga. Sotto diversi punti di vista; i contribuenti caratterizzati da una situazione reddituale piuttosto semplice possono scaricare, nel mese corrente, il modello 730 precompilato dalla stessa Agenzia e messo a disposizione sul sito.
Tale modello offre due opportunità: la prima è quella di essere inclusi nella prima tranche riguardante i rimborsi di eventuali crediti d’imposta; la seconda, che non si è soggetti a controlli da parte dell’Agenzia dal momento che la compilazione è stata a carico dalla medesima. Quindi, entro il 31 maggio c’è tempo per sottoscrivere il modello, inoltrare eventuali 730 rettificati e procedere alla presentazione telematica.
Agenzia Entrate, nuovi controlli sulle partite iva: quando di rischia la cancellazione
L’adempimento della dichiarazione dei redditi rappresenta un impegno che investe una buona fetta di cittadini: lavoratori dipendenti e autonomi, pensionati, possessori di proprietà e rendite. La trasmissione di dati corretti è basilare per ricevere un congruo ricevimento del credito d’imposta e al contempo per corrispondere il giusto ammontare delle tasse; ma soprattutto per non incorrere in pesanti sanzioni di tipo amministrativo (ma anche penale, a seconda della gravità).
Tra i soggetti che hanno l’obbligo di dichiarare i propri redditi vi sono quei lavoratori che prestano servizio per più sostituti d’imposta (ovvero, più datori di lavoro), e quelli che producono redditi in assenza di questi ultimi. Anche chi lavora come dipendente, ma svolge inoltre attività occasionali tali da produrre un reddito annuo oltre i 4.800 euro, deve assolutamente dichiarare queste somme integrative.
Ovviamente l’obbligo tocca i lavoratori a partita iva, senza eccezione per i titolari in regime forfettario. Proprio le partite iva sono oggetto dei nuovi controlli dell’Agenzia delle Entrate, sotto la richiesta della legge di bilancio 2023. Si passeranno in rassegna i dati forniti, il possesso dei requisiti soggettivi e oggettivi della partita iva attribuita, la presenza di criticità in materia di possibili frodi e di carenza dei requisiti di imprenditorialità. Individuati i profili di rischio, l’Agenzia contatterà i titolari per la convocazione presso gli uffici. In caso di irregolarità, oppure per la mancanza di presentazione del contribuente, comporterà la notifica e l’emanazione di un provvedimento di cessazione della partita iva, oltre una sanzione amministrativa pari a 3mila euro.