Ecco quanto occorre guadagnare in media per non scendere sotto la rischiosa soglia di sussistenza una volta raggiunti i requisiti pensionistici. I numeri
Insomma, in questi tempi difficili, il monito è chiaro seppur articolato. Si vive un periodo storico di particolare e perdurante transitorietà che coinvolge, tra le tante sfere dell’esistenza, il lavoro e conseguentemente la pensione. A giustificazione del susseguirsi dei sistemi provvisori di uscita anticipata dal mondo del lavoro, vi sono le continue trasformazioni dell’organizzazione sociale.
In seno a queste ultime, bisogna però affrontare l’intricato nodo di un equilibrio che tra i lavoratori in uscita per raggiunti criteri pensionistici e l’accesso delle nuove leve; il tutto nel quadro del rispetto dei conti delle casse INPS, le quali non possono soddisfare un eccessivo numero di neopensionati, specialmente se – per via dell’attuale sistema contributivo – i contributi trattenuti oggi ai lavoratori per le loro pensioni future, servono per pagare oggi i trattamenti pensionistici erogati e oltretutto insufficienti.
Quanto bisogna guadagnare oggi per non avere una pensione sotto i 1.000€
Con le ripetute crisi economiche odierne, senza contare la flessibilità che scorre nei contratti di lavoro, è sempre più difficile accumulare i contributi pensionistici per il numero di anni richiesto dalle attuali opzioni di uscita: dagli almeno 20 anni richiesti della pensione di vecchiaia, agli odierni 41 anni richiesti dalla Quota 103. Insomma, l’attuale contesto professionale rende quasi impossibili tale linearità di carriera.
Come molte proiezioni statistiche stanno drammaticamente rilevando, con gli attuali ritmi, i lavoratori diminuiranno progressivamente per l’insufficienza di nascite, lo stato della produzione pure. E le pensioni di domani. In meno di trent’anni, il rischio è che ben tre generazioni di giovani lavoratori non vadano oltre l’accesso alla pensione minima. basti pensare oggi a come aumenta il costo della vita e quante difficoltà si registrano nel portare a 600 euro le attuali minime (tra l’altro, solo agli over 75).
Se quindi l’asticella della sussistenza minima va verso i mille euro di entrate al mese, il futuro si fa certamente gramo e cupo. Significa che bisogna andare sin da oggi oltre gli stipendi mensili di 750-800 euro netti, cioè quella retribuzione annua netta intorno ai 15mila euro che sia con gli anni contributivi della pensione di vecchiaia che con la Quota 103 produrrà una pensione sotto i mille euro. In buona sostanza, occorre ambire almeno ad una retribuzione mensile di mille euro netti al mese.