Si avvicina la possibilità per alcuni lavoratori di ottenere il cosiddetto bonus Maroni, vediamo a chi spetta
Con la pubblicazione del decreto attuativo diventa operativo, dopo diverso tempo dall’annuncio, il cosidetto bonus Maroni, dal nome del ministro del Lavoro Bobo Maroni che lo introdusse alcuni anni fa con il fine di contenere le spese pensionistiche. La misura non è propriamente la stessa, ma la finalità è la medesima: spingere i lavoratori a ritardare l’accesso alla pensione pur in presenza dei requisiti previsti dalla norma.
Si tratta di un incentivo economico con un aumento in busta paga, determinato dall’azzeramento dei contributi versati dal dipendenteper la pensione. Ma che comporta questa scelta e soprattutto chi può sfruttarla? Vediamo qualche dettaglio utile per farsi un’idea.
Bonus Maroni chi può prenderlo
I lavoratori che possono godere di questo incentivo sono esclusivamente quelli che nell’anno in corso maturano i requisiti per accedere a quota 103, cioè 62 anni di età anagrafica e 41 anni di contributi versati nel 2023. Il beneficio consiste nell’abbattimento completo dei contributi a carico dei lavoratori che decidono di non accedere alla pensione, pur avendone i requisiti di legge, e restare in attività.
Lo stipendio lordo resta lo stesso, ma il netto in busta paga aumenta per lo sgravio contributivo. Saranno i dipendenti a scegliere tra le 3 possibilità: andare in pensione con quota 103, restare al lavoro con i contributi pieni, restare al lavoro godendo dello sgravio contributivo. Il bonus seguirà le scadenze di quota 103, diventando effettivo dopo la finestra mobile trimestrale appena raggiunti i requisiti pensionistici.
La scelta va comunicata all’Inps al raggiungimento dei requisiti per quota 103, utilizzando la procedura telematica che sarà presentata a breve al pubblico, quando bisognerà decidere tra le 3 opzioni. Lo sgravio durerà fino a quando si accederà definitivamente alla pensione. Ma occorre fare delle valutazioni. Non tutti i contributi risparmiati finiscono in busta paga, ci sono infatti le imposte da pagare, quindi con cifre effettive minori nello stipendio netto.
Accettando il bonus Maroni i contributi versati saranno più bassi (manca la quota del lavoratore) e questo avrà inevitabili conseguenze sulla pensione futura. Quindi una scelta delicata che va fatta in modo ponderato, valutando con attenzione le opzioni.