Con questi anni di contributi puoi già andare in pensione

Ecco quanti anni di contributi servono per accedere all’assegno di pensione con il sistema pensionistico attuale

minimo anni contribuzione
Pensione (Foto Adobe – pensioniora.it)

La pensione sogno o miraggio per tutti gli italiani, soprattutto per chi si avvia dopo tanti decenni di lavoro all’agognato riposo. Con le attuali condizioni sociali ed economiche le prospettive per le generazioni più giovani non sono rosee, soprattutto per chi ha una vita lavorativa segnata da precarietà e basse retribuzioni.

Il sistema attuale offre una serie molto variegata di possibilità e opportunità, capire bene quale calcolo verrà applicato non è del tutto semplice per chi si accinge ad andare in pensione. Il sistema contributivo, dal 1995 in poi, si sovrappone per alcune categorie a quello retributivo precedente, ma occorre valutare anni e versamenti effettuati. Ma quanto potrebbe essere il minimo di anni di contributi per la pensione?

Anni di contributi necessari per la pensione

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Pensione (Foto Adobe – pensioniora.it)

Diciamo subito un dettaglio tutt’altro che secondario. Con il sistema attuale, riformato dal ministro Fornero, versare pochi contributi corrisponde nella stragrande maggioranza dei casi a un assegno basso. Infatti l’ammontare della pensione dipende dal montante contributivo (cioè da quanto è stato versato durante tutta la carriera lavorativa), moltiplicato per un coefficiente di trasformazione che cresce con l’età anagrafica.

A questo calcolo contribuisce anche la rivalutazione annua in base alla crescita del PIL e come accennato l’età del pensionato. Con le leggi attuali nel caso di un lavoratore contributivo puro si va in pensione con almeno 20 anni di contributi, 67 anni di età e un assegno pensionistico pari ad almeno 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale (importo soglia).

Qualora non si raggiunga qeulla soglia e in base all’aumento delle speranze di vita, per la pensione si dovrà attendere i 71 anni di età. A quel punto saranno sufficineti solo 5 anni di contributi effettivi, volontari, da riscatto, obbligatori, con esclusione di quelli figurativi, e a prescindere dall’importo dell’assegno che si raggiunge. Purtroppo non una situazione incoraggiante, considerando che nel caso non si raggiunga la soglia minima, non è prevista nessuna forma di integrazione, almeno secondo le norme in vigore.

Ma per chi prima del 1992, quindi 31 anni fa, abbia già maturato almeno 15 anni di contributi (per esempio chi ha abbandonato il lavoro da giovane) può accedere alla pensione di vecchiaia anche con quel numero di anni contrbutivi.

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