RdC, niente stop a luglio: chi lo avrà fino a dicembre

Ecco chi avrà diritto al Reddito di Cittadinanza fino a dicembre di quest’anno, un chiarimento molto importante

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Reddito Cittadinanza (Foto Adobe – pensioniora.it)

Come noto il Reddito di Cittadinanza è nei suoi ultimi mesi di erogazione. Infatti già da luglio i cosiddetti occupabili tra i 18 e 59 anni appartenenti a nuclei familiari senza disabili, anziano oltre i 60 anni e minori perderanno il susssidio. A mantenerlo fino a dicembre saranno invece le famiglie con i soggetti indicati.

La prestazione sarà sostituita da altri interventi che avranno regole e requisiti diversi più stringenti, in special modo proprio per gli occupabili. Questi ultimi potranno godere del Supporto per la formazione e il lavoro a partire da settembre, mentre le altre famiglie con i nuovi requisiti richiesti avranno un Assegno di inclusione. Vi è tuttavia una precisazione da fare sulla durata del Reddito di Cittadinza per una categoria particolare di aventi diritto.

RdC fino a dicembre anche per questa categoria

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Reddito Cittadinanza (Foto Adobe – pensioniora.it)

Come indicato, le famiglie con soggetti fragili potranno continuare a godere del diritto all’erogazione del Reddito fino al mese di dicembre come specificato nel decreto Lavoro. Ma lo stesso documento chiarisce che anche un’altra categoria di fruitori potrà riceverlo fino al termine del 2023. Si tratta dei “soggetti presi in carico dai servizi sociali in quanto non attivabili al lavoro“, come si legge al comma 5 dell’articolo 18 del decreto.

Questi soggetti devono essere seguiti dai servizi sociali prima della scadenza dei 7 mesi, con comunicazione, entro giugno 2023, da parte degli stessi servizi sociali all’Inps di presa in carico, allo scopo di continuare l’erogazione del Reddito fino al mese di dicembre. I non attivabili al lavoro sono figure definite dai “patti per l’inclusione sociale”.

Sono le famiglie per le quali era stato già presentato un progetto per il Reddito di inclusione, oppure per le famiglie con tutti i componenti fuori dal mercato del lavoro da almeno 2 anni, privi di ammortizzatori sociali e percorsi presso i Centri per l’impiego.

Quindi famiglie attualmente ai margini di progetti di reinserimento lavorativo, in pratica senza lavoro da un paio d’anni, senza Naspi o altri sussidi, non seguite dai Cpi e che tuttavia hanno sottoscritto il Patto di inclusione con i servizi sociali del proprio comune entro i termini richiesti.

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