I percettori del nuovo Reddito di Cittadinanza in vigore da gennaio 2024 potranno percepire l’assegno e lavorare in questo caso
Il Reddito di Cittadinanza sparirà a partire da gennaio 2024 per lasciare il posto all’Assegno di Inclusione. Il governo Meloni, infatti, ha prima modificato drasticamente il RdC a partire dallo scorso mese di gennaio attraverso apposita Legge di Bilancio, e poi ne ha deciso la sua abolizione.
A partire dal primo mese dell’anno, dunque, sarà introdotto l’Assegno di Inclusione, una misura che sarà elargita ai nuclei familiari con minori a carico, disabili o over60. Quello che non tutti sanno ancora è che l’Assegno di Inclusione è compatibile con il lavoro ma solo se ci sono determinate condizioni di reddito.
Assegno Inclusione: in questo caso puoi lavorare e percepirlo
Nel caso in cui il componente di un nucleo familiare che percepisce l’Assegno di Inclusione vuole lavorare può farlo senza perdere il sussidio ma solo se il reddito guadagnato non supera i 3mila euro lordi annui. Stesso limite per chi vuole cumulare l’AI con altre indennità, tirocini o stage.
Per quanto riguarda invece l’importo dell’Assegno di Inclusione, questo avrà un importo base di 500 euro mensili (si arriva fino a 780 euro se si considera la maggiorazione che riguarda l’affitto). Per avere l’Ai bisogna avere un reddito familiare inferiore a 6mila euro.
I beneficiari dell’Assegno d’Inclusione che sono in grado di lavorare, dopo la presentazione della domanda, saranno convocati dai servizi sociali entro 120 giorni per avviare un percorso di inclusione sociale e lavorativa. Parliamo del così detto Patto di Attivazione Digitale e di Inclusione.
I servizi sociali dei comuni provvedono ad inviare i componenti del nucleo familiare tra i 18 ed i 59 anni ai centri dell’impiego per la sottoscrizione di un patto di servizio personalizzato entro 60 giorni. Infine è da considerare il fatto che i percettori dell’Assegno di Inclusione che sono stati condannati ad almeno un anno di inclusione perderanno il sussidio e dovranno ricevere quanto percepito.
Controlli quindi più stringenti per l’AI dal momento che l’assegno cesserà se si dichiara il falso, in questo caso si rischia anche dai 2 ai 6 anni di carcere, e nel caso in cui non si comunicano all’INPS le variazioni di reddito e di patrimonio. In questo caso si rischia il carcere dai 1 ai tre anni.