Ecco quali requisiti occorrono per arrotondare per eccesso il contributo e renderlo sufficiente per la sussistenza di base. Di cosa si sta parlando
Molti percettori di trattamenti erogati direttamente dall’INPS stanno aspettando con ansia il fatidico mese: il prossimo luglio. No, non parliamo di pensionati, né tantomeno i beneficiari dell’Assegno Unico. Di questo mese se ne potrebbe parlare se verrà ulteriormente procrastinata l’applicazione della rivalutazione ISTAT sui trattamenti pensionistici, appunto; come sta succedendo in particolare alle pensioni minime.
Quando giungerà l’atteso momento, si recupereranno le somme pregresse tramite la ricezione degli arretrati. I percettori dell’Assegno Unico, quindi familiari con figli minorenni o disabili a carico, possono stare abbastanza tranquilli circa la consueta prassi, reiterata nella seconda annualità di erogazioni, appena inaugurata. No, la tensione circola invece tra i percettori del Reddito di Cittadinanza.
Sin d’ora il Reddito di Cittadinanza è già nuovo RdC: per la legge di bilancio, le mensilità sono state ridotte a sette (non rinnovabili) e la cessazione ufficiale è attesa per il 31 dicembre 2023, quando subentrerà al suo posto – questa sì – la nuova MIA, la misura di inclusione attiva. Tra le due misure, vi sarà il passaggio di consegne, tramite una sorta di affiancamento per via dei pagamenti in esaurimento del vecchio RdC, proprio per il mese di settembre.
Insomma, per la fine di luglio termina il monopolio della misura di supporto al reddito così come è stata riconosciuta dal 2019, e, ufficializzazioni permettendo (dopo le debite approvazioni alla Camera), il decreto muterà notevolmente anche la popolazione che necessita di questo sussidio: in principal modo, i futuri percettori si divideranno in occupabili e non occupabili.
Ogni categoria è supportata da ulteriori misure interne ad hoc. Innanzitutto, per i primi il nuovo RdC prenderà il nome di Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL), rivolto ai lavoratori tra i 18 e i 59 anni; per chi ha invece ha a carico minori disabili ed over 60 all’interno del nucleo familiare, si parlerà di Assegno di Inclusione (AdI). Gli importi del SFL saranno notevolmente più bassi rispetto al RdC: 350 euro al mese. C’è da dire che l’assegno non è rivolto all’intero nucleo, bensì al singolo percettore, quindi è richiedibile da più componenti familiari. Se al suo interno, un altro membro percepisce l’AdI, pari a 500 euro, ecco che l’introito complessivo si attesta a 850 euro. Basta dichiarare la presenza di un componente della famiglia in più a proprio carico, valutato 150 euro, per portare l’assegno complessivo a mille euro.